Pavia e Pavese

Per la prima volta a Pavia un corso ITS biennale di alta specializzazione per diventare un “Full Stack Developer”

Dopo il diploma, specializzarsi in alta tecnologia è una scelta oggi considerata vincente a livello lavorativo. Lo ha capito da tempo Fondazione Le Vele che ha avviato una filiera che copre tutto l’ambito formativo del settore. 

La Fondazione pavese ha infatti aggiunto un altro importante tassello al “puzzle” di filiera mettendo a frutto la grande esperienza maturata dalla Fondazione ITS INCOM di Busto Arsizio (VA), di cui è diventata socia effettiva e partner in una nuova avventura su un percorso di Istruzione Tecnica Superiore (ITS, dove teoria e pratica si alternano). Ecco allora a Pavia, per la prima volta, un polo didattico distaccato di alta specializzazione ICT (Information Communication Technology, indica l’insieme delle tecnologie che consentono il trattamento e lo scambio delle informazioni in formato digitale) che prevede un percorso formativo biennale della durata di 2000 ore (con insegnanti provenienti dal mondo del lavoro) denominato “Full Stack Developer” riservato ai Diplomati o ai Tecnici in uscita dai percorsi IEFP. Alla fine dell’intero percorso, la qualifica è quella di Tecnico Superiore che corrisponde al V livello del Quadro europeo delle qualifiche. E, tra l’altro, i dati nazionali parlano di una media del 79% di allievi che trovano lavoro dopo un anno dal conseguimento del titolo. 

L’ITS di Pavia, “Full Stack Developer” (profilo professionale ormai molto richiesto, esperto dei principali strumenti open source quali Linux, SQL, HTML, PHP e Java), è mirato ad acquisire tutte le nozioni e le certificazioni necessarie per diventare un vero sviluppatore. Il corso ha l’obiettivo di formare programmatori in grado di realizzare soluzioni software complesse in tutte le loro componenti: dalla logica applicativa sviluppata con linguaggi ad oggetti, alla capacità di realizzare e mantenere siti lavorando in sintonia con il proprio team e garantendo la piena sicurezza informatica. Il corso è cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e dalla Regione Lombardia.

“La formazione viene svolta da professionisti provenienti dalle aziende e si realizza con modalità pratiche e studio di casi reali - spiega Livia Andolfi, Direttore Generale della Fondazione Le Vele -. Sono previsti attività laboratoriali, svolte direttamente presso le sedi delle aziende partner, e tirocini presso aziende del territorio e anche all’estero. Non da ultimo, il percorso è realizzato in sinergia e co-progettazione con le aziende stesse che sono interessate all’inserimento dei nostri allievi”.


"Pavia? Una città colta con due anime" Parola di Francesca Bertoglio, direttore generale e artistico del Fraschini

Bresciana, è laureata in Ingegnere gestionale. Francesca Bertoglio, dopo il master per “Autore e produttore di eventi culturali” alla Cattolica di Milano nel 2001, ha lavorato presso l’ufficio manifestazioni e spettacoli del COmune di Brescia fino al 2004. Dal 2005 al 2007 è stata la responsabile “progetti internazionali” presso l’Ente Teatrale Italiano di Roma. Torna a Brescia nel 2008 per assumere l’incarico di advisor della Direzione Generale Comune di Brescia, coordinando i progetti strategici nell’ambito turismo e cultura. Tra il 2009 e il 2010 è protagonista della creazione della Fondazione del Teatro Grande di Brescia, uno dei teatri di tradizione lombardi. Tra il 2012 e il 2015 assume anche la Direzione generale del Nuovo Eden, i quello di advisor della direzione relazioni istituzionali ed esterne per Expo 2015-Padiglione Italia. Nel 2016 si sposta a Mantova per assumere il ruolo di poject manager di Mantova Capitale italiana della Cultura. Nella città dei Gonzaga a gennaio 2017 è Project Manager di Mantova Hub, ma a settembre dello stesso anno inizia l’avventura come direttore generale della Fon¬dazione Taeatro Fraschini di Pavia unitamente all’incarico di direzione artistica.

Lei è diventata direttore generale e artistico del Fraschini nel 2017. In questo senso quali sono stati i principi che l’hanno guidata (e la guidano) nella sua attività al teatro pavese? 

L’approccio è sempre quello che credo accomuni tutte le direzioni artistiche: condividere con le persone ciò che di bello o “imperdibile” ci sembra di aver scoperto. Avvertivo che al Fraschini dominava una modalità molto tradizionale di vivere l’appuntamento a teatro, come ritualità sociale, ma che non stava intercettando i moltissimi giovani che animano la città, cui quella ritualità non appartiene e forse mai sarà. Cerco di guardare avanti, a mandati lunghi oltre il mio, immaginando come sarà se lasciamo tutti gli elementi inalterati, o come potrebbe essere cambiando alcuni tasselli. 

“Lo sguardo oltre” è il titolo della stagione appena iniziata, che sembra quasi voler esternare la volontà di superare una barriera…

E’ un invito alla curiosità, a lasciarsi stupire da quel che non conosciamo. Noi pensiamo che la scoperta sarà piacevole, quindi invitiamo il pubblico ad uscire dalle proprie certezze. Ad esempio, scegliere di abbonarsi solo alla prosa e non avere quindi nessuna finestra sulla danza, lasciando passare anche l’idea che ci siano confini netti tra i generi, vuol dire privarsi di alcune opportunità. 

In particolare, ci può raccontare quali decisioni artistiche l’hanno condotta alle scelte per la stagione 2019/20?

Giro il più possibile e vedo le produzioni, gli studi, le anteprime. Se non hanno ancora debuttato nei mesi in cui è necessario chiudere la stagione, allora c’è un atto di fiducia verso artisti, registi, coreografi. Sintetizzare quali elementi facciano “scattare la scelta” non è facile, e forse non è definibile. La bellezza quando c’è si impone, la bravura anche. Sicuramente sono produzioni dietro le quali c’è un lavoro molto serio di studio e preparazione da parte degli artisti. Non ci sono produzioni montate in tre settimane mettendo insieme un volto noto televisivo, un testo famoso e un regista di passaggio disponibile.

Qual è lo spettacolo al quale è più legata?

Uno spettacolo mi suscita particolare tensione emotiva, nel suo essere una voce sola su un palcoscenico che racconta, nella sua nudità, un abisso. L’Abisso personale di un piccolo nucleo di uomini legati da profondo amore, che deve affrontare una perdita, e l’Abisso del mare profondo delle acque di Lampedusa. Davide Enia è lo scrittore e narratore che sarà in scena il 26 novembre. 

A volte, in Italia, la promozione della cultura sembra essere demandata a visionari Don Chisciotte. Nel nostro Paese, esiste ancora una cultura della cultura?

Ce l’abbiamo nel DNA, e per fortuna in qualche forma resiste, come deve essere: contraddittoria, disarticolata, diversificata. Ma finché verremo letti come un settore “a sè stante” cui erogare qualche milione di euro una tantum, rimarremo la Cenerentola di turno. Convincerci e convincere che siamo intersecati a tutto ciò che accade e che è la società nel suo insieme che va aiutata e stimolata fruendo di cultura, è più difficile da attuare con manovre “dall’alto”. Ma ci sono movimenti tellurici, per cui 

ad un certo punto, dal basso, qualcosa si orienta diversamente. E io credo stia già accadendo, lo vedo nella generazione subito dopo la mia. 

Tornando al Fraschini, quali sono i progetti che si svilupperanno in parallelo alla kermesse teatrale?

Ci saranno incontri in Università, nelle scuole e nei collegi con gli artisti, laboratori teatrali che vedono partecipare la cittadinanza attivamente. Tra le tante collaborazioni con il territorio, una recente con la libreria pavese Delfino ci sta dando molte soddisfazioni: ogni mercoledì alle 18.30 fino al 30 ottobre vi si svolge “CHIAMATA PUBBLICA! Voce ai libri” dove lettori eccellenti conversano intorno ai grandi classici che saranno trasposti in teatro nella stagione 2019/20, da Il Maestro e Margherita a 1984 di Orwell, passando anche per Il Giardino dei Ciliegi e I Promessi Sposi. 


Da ultimo, come vede la città di Pavia e il suo pubblico? 

Pavia è indubbiamente una città colta con due anime forti: una che preserva una grande tradizione e una che rappresenta un immenso potenziale futuribile. Una certa resistenza al cambiamento della prima, ma anche un grande e consolidato amore per il teatro, una difficoltà di comunicazione con la seconda, ma anche una grande apertura e curiosità, una volta intercettata. Quali forze che si muovono nella città, sono però evidenti entrambe e con entrambe è giusto trovare il modo per lo meno di farsi comprendere. 


T.M. 

DIN: DIAMO I NUMERI

Terminerà il 13 Febbraio l’esposizione “Diamo i numeri”, un viaggio 3D per grandi e piccoli nel mondo dei numeri.

Il Comune di Pavia, co organizzatore locale della mostra, è molto sensibile al tema del gioco siccome la città nel 2013 è stata definita dal New York Times “regina delle capitali del gioco d’azzardo”; erano presenti una slot machine ogni 104 abitanti.

La mostra si rivolge alle scuole elementari e superiori con l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sul tema della ludopatia e dimostrare quanto la matematica, la probabilità e la statistica sono divertenti e utili nella vita di tutti i giorni.

Le 3D stanno per Dita (matematica), Dadi (probabilità, incertezze e azzardo) e Dati (statistica e big data).

La mostra DIN trova una collocazione precisa all’interno di edifici diversi:

• Sezione DITA presso il collegio Cairoli

• Sezione DATI presso il Collegio Ghislieri 

• Sezione DADI presso Santa Maria Gualtieri

L’esposizione è interattiva, corredata da alcuni video divulgativi prodotti dall’ISTAT, dal CSCS (Centro Svizzero di Calcolo Scientifico) e da una canzone scritta e prodotta per l’occasione.

L’accesso alle diverse sezioni della Mostra, facilitato da animatori che accompagneranno i visitatori, è gratuito.


FOR WOMEN IN SCIENCE

Dal 15 gennaio si è chiuso il bando per presentare le domande di partecipazione alla diciassettesima edizione del premio “L’Oréal Italia per le Donne e la Scienza”.


L’iniziativa, lanciata nel 1998 da L’Oréal Italia in collaborazione con la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, assegna sei borse di studio, ognuna dal valore di €20.000, alle ricercatrici under 35 più meritevoli di tutto il mondo che operano nel settore scientifico.


Fino ad ora sono state assegnate 82 borse di studio ad altrettante meritevoli ricercatrici che hanno potuto proseguire i loro studi in Italia.

Francois-Xavier Fenart, CEO di L’Oréal Italia commenta: “L’Oréal Italia rinnova con sempre più convinzione il suo impegno a favorire il perfezionamento della formazione di giovani ricercatrici nel Paese e promuove la partecipazione paritaria delle donne nello studio e nella ricerca, in tutti i campi della scienza.


Saremo felici di assegnare a sei di loro la nostra borsa di studio, supportare la loro carriera e più in generale sostenere il dibattito sull’uguaglianza di genere nella scienza, rafforzando la comunità scientifica femminile e fornendo sempre più figure di riferimento per le nuove generazioni”.

Ad esaminare i progetti candidati è una commissione composta da un panel di illustri professori universitari ed esperti scientifici italiani guidati dalla Prof.ssa Lucia Votano, che dal 2016 riveste il ruolo.


I nomi delle vincitrici saranno comunicati durante la cerimonia di premiazione ufficiale che si terrà a giugno 2019.


Martina Pidroni

Claudia Capponi

I PRESEPI TRA STORIA E ARTE

“Visite in festa” è l’iniziativa, organizzata dal Comune di Pavia, che per tutto il mese di dicembre porta i cittadini alla scoperta della magia del Natale; sono nove gli itinerari guidati tra le bellezze artistiche e naturalistiche della città.


L’itinerario “I presepi tra storia e arte”, nella giornata di sabato 22, accompagnerà i visitatori ad ammirare alcune delle più belle chiese della città.

L’iniziativa è gratuita e partirà alle ore 10:00 dalla basilica di San Pietro in Ciel d’oro.

La basilica, chiamata così per i suoi soffitti dorati, sorge all’inizio del VII secolo in stile longobardo e in seguito ricostruita in stile romanico. 

La seconda tappa prevede la visita alla chiesa del Carmine, splendido esempio di architettura gotica lombarda, costruita per opera dei Visconti.

L’itinerario si concluderà nella basilica di San Michele, una delle principali chiese di Pavia risalente ai secoli XI e XII; durante questa tappa ci sarà la possibilità di ammirare il presepe custodito nella basilica.


Claudia Capponi

Martina Pidroni

Festival di Natale di Pavia Barocca: Musica per la Città

Martedì 18 dicembre ultimo appuntamento con il Festival che da inizio mese accompagna la città di Pavia.

A partire dalle ore 21.00, presso l’Aula Magna del Collegio Ghislieri, il coro universitario del Collegio si esibirà in un concerto interamente dedicato al Natale sotto la direzione di Giulio Prandi.

Pavia Barocca è una Rassegna Internazionale di Musica Antica, nata nel 2011, in collaborazione con il Comune di Pavia e con le maggiori istituzioni del territorio; l’obiettivo è valorizzare solisti e gruppi di giovani musicisti, molti dei quali partecipano ad eeemerging, progetto europeo che raccoglie i giovani ensemble di musica classica di cui Ghislierimusica è co-organizzatore.

L’iniziativa coinvolge tutto il territorio: dai centri di periferia alle case di riposo, con particolare attenzione per i centri ospedalieri. In programma anche eventi dedicati ai bambini, resi possibili grazie alla collaborazione di scuole e associazioni.

Ad arricchire questa edizione, la prima sera si sono esibiti gli EUBO, European Union Baroque Orchestra.

I concerti del 4 e del 15 dicembre sono stati dedicati a due ensemble: Palisander con un programma dedicato alla Tarantella e Il Quadro Animato che si è concentrato sull’evoluzione musicale in Europa alla fine del ‘700. 

Martedì 11 dicembre Justin Taylor uno dei più affermati giovani clavicembalisti ha presentato Continuum, un programma che contrappone due compositori provenienti da epoche molto diverse.

Al termine degli appuntamenti verrà assegnato il “Premio dei giovani” agli artisti che più avranno coinvolto la Giuria composta da sei ragazzi esperti di musica in collaborazione con la scuola media “F. Casorati” e il liceo musicale “A. Cairoli”.


Il Consorzio TUTTITALIAFOOD a favore di ciechi ed ipovedenti

Grazie all’Istituto Commercio Estero ICE-ITA verranno identificate catene di Ipermercati (per il momento solo in alcuni Paesi Europei) in cui saranno promosse e poste in vendita confezioni dotate di codici Braille e da altri supporti innovativi per consentirne il riconoscimento da parte delle persone svantaggiate afflitte da queste menomazioni. Per valorizzare il forte carattere etico-sociale del progetto, è fondamentale la partecipazione ed il coinvolgimento di Associazioni impegnate nel sostegno di ciechi e ipovedenti. Una parte del ricavato delle vendite sarà destinato ad azioni sociali e di beneficienza, consentendo la sensibilizzazione dell’iniziativa anche tra tutti i consumatori pur senza problemi visivi. Il progetto in particolare consentirà di presentare in un corner dedicato presso le Grande Distribuzione Organizzata dei Paesi prescelti prodotti etichettati Braille o digitale (QRcode) tattile, scansionati tramite un’app che consentirà di identificare il prodotto e di attivare un dialogo in linguaggio naturale quando l’utente si troverà in prossimità dello stesso attraverso un personal computer abilitato all’interazione vocale. Il progetto per il quale sono stati selezionati prodotti d’eccellenza del nostro territorio è ancora aperto a nuove adesioni, le cui modalità possono essere richieste a TUTTITALIAFOOD, contattando la sede di Piazzetta Garavaglia 5 a Pavia, telefonando allo 0382-34326 (fax 0382-303850).


ARTE iNMusica

Teatri, palazzi e musei dove la musica si sente e si vede. Benvenuti iNLombardia.

programma Arte iNMusica
Arte iNMusica coinvolge un'ampia rete di attrattori del comparto turistico e culturale della provincia di Pavia e della città di Cremona. Musica, arte e nobiltà sono il filo conduttore di un "museo diffuso" formato da Teatri, Palazzi nobili, Musei.

Finalità generale del progetto è la creazione di itinerari integrati turistici e culturali e la valorizzazione del patrimonio lirico e musicale e del suo contesto di appartenenza, sostenibile nel tempo e che possa produrre ricadute economiche positive per i territori coinvolti.

Un referendum costoso anche se non si svolgerà

Con le politiche a marzo slitta il quesito sull'autobus numero tre

autobus

Anche il mancato svolgimento del referendum civico sul ritorno dell’autobus numero tre a calcare i sampietrini di corso Cavour… rischia di costare caro alle casse comunali. Per l’ufficialità bisognerà attendere ancora qualche giorno, ma tutto lascia pensare che il referendum pavese non si svolgerà. Almeno non domenica 21 gennaio, data identificata dal primo cittadino per la consultazione popolare. Entro la fine dell’anno dovrebbe infatti essere ufficializzata la data del 4 marzo per l’election day (Politiche e Regionali in Lombardia, Lazio e Molise) e, di conseguenza, gli uffici comunali del Mezzabarba provvederanno a dire stop alla procedura. Ma, fintanto che il presidente Sergio Mattarella non si pronuncerà in proposito, la procedura referendaria a Pavia dovrà seguire i suoi step, come previsto dal regolamento. E’ questo l’esito della Commissione Garanzia che è stata convocata lunedì scorso nel tentativo di trovare una scappatoia… che però non è stata identificata. Quindi, entro il fine settimana, la giunta dovrà ratificare il lavoro degli uffici comunali che avranno individuato gli spazi in città da mettere a disposizione per le affissioni di manifesti e altri stampati, dando così il via (come da regolamento, trenta giorni prima della consultazione) alla campagna elettorale. Tutte operazioni che si riveleranno inutili da lì a pochi giorni quando la decisione del Presidente della Repubblica dovrebbe, salvo sorprese, portare al rinvio il referendum pavese (che non può svolgersi nei due mesi precedenti e successivi un’altra elezione). E saranno ore di lavoro buttate via. Ma il conto rischia di essere salato anche in moneta sonante. Sempre in omaggio alla procedura e per consentire a tutti di venire a conoscenza del referendum e, quindi, della possibilità di esprimere il proprio voto sulla questione… entro breve dovranno partire le “convocazione elettorali” per tutti gli iscritti all’Aire (anagrafe italiani residenti all’estero), per un costo stimato di circa 8mila euro. Con la possibilità che, anche in questo caso a distanza di pochi giorni, si debba procedere con una nuova spedizione per comunicare agli stessi il rinvio a data da destinarsi della convocazione referendaria. D’altra parte, sono i costi della democrazia, da pagare se si deve dare a tutti gli aventi diritto la possibilità di esprimere il proprio voto. E se sono costi “democratici” non possono certo ricadere su chi democraticamente ha chiesto la consultazione popolare. Costi comunque inferiori a quelli previsti per un effettivo svolgimento del referendum, stimati in circa 200mila euro. Che si sarebbero spesi se il primo cittadino, preso atto del voto quasi certo per le Politiche a marzo, avesse anticipato la propria decisione fissando la chiamata civica alle urne entro la fine di dicembre: i tempi tecnici per farlo c’erano, la volontà probabilmente no.


• Bruno Gandini

Anche il mancato svolgimento del referendum civico sul ritorno dell’autobus numero tre a calcare i sampietrini di corso Cavour… rischia di costare caro alle casse comunali. Per l’ufficialità bisognerà attendere ancora qualche giorno, ma tutto lascia pensare che il referendum pavese non si svolgerà. Almeno non domenica 21 gennaio, data identificata dal primo cittadino per la consultazione popolare. Entro la fine dell’anno dovrebbe infatti essere ufficializzata la data del 4 marzo per l’election day (Politiche e Regionali in Lombardia, Lazio e Molise) e, di conseguenza, gli uffici comunali del Mezzabarba provvederanno a dire stop alla procedura. Ma, fintanto che il presidente Sergio Mattarella non si pronuncerà in proposito, la procedura referendaria a Pavia dovrà seguire i suoi step, come previsto dal regolamento. E’ questo l’esito della Commissione Garanzia che è stata convocata lunedì scorso nel tentativo di trovare una scappatoia… che però non è stata identificata. Quindi, entro il fine settimana, la giunta dovrà ratificare il lavoro degli uffici comunali che avranno individuato gli spazi in città da mettere a disposizione per le affissioni di manifesti e altri stampati, dando così il via (come da regolamento, trenta giorni prima della consultazione) alla campagna elettorale. Tutte operazioni che si riveleranno inutili da lì a pochi giorni quando la decisione del Presidente della Repubblica dovrebbe, salvo sorprese, portare al rinvio il referendum pavese (che non può svolgersi nei due mesi precedenti e successivi un’altra elezione). E saranno ore di lavoro buttate via. Ma il conto rischia di essere salato anche in moneta sonante. Sempre in omaggio alla procedura e per consentire a tutti di venire a conoscenza del referendum e, quindi, della possibilità di esprimere il proprio voto sulla questione… entro breve dovranno partire le “convocazione elettorali” per tutti gli iscritti all’Aire (anagrafe italiani residenti all’estero), per un costo stimato di circa 8mila euro. Con la possibilità che, anche in questo caso a distanza di pochi giorni, si debba procedere con una nuova spedizione per comunicare agli stessi il rinvio a data da destinarsi della convocazione referendaria. D’altra parte, sono i costi della democrazia, da pagare se si deve dare a tutti gli aventi diritto la possibilità di esprimere il proprio voto. E se sono costi “democratici” non possono certo ricadere su chi democraticamente ha chiesto la consultazione popolare. Costi comunque inferiori a quelli previsti per un effettivo svolgimento del referendum, stimati in circa 200mila euro. Che si sarebbero spesi se il primo cittadino, preso atto del voto quasi certo per le Politiche a marzo, avesse anticipato la propria decisione fissando la chiamata civica alle urne entro la fine di dicembre: i tempi tecnici per farlo c’erano, la volontà probabilmente no.

• Bruno Gandini

Pavia in… bambinfestival
Ottava edizione per centottanta eventi

Ai nastri di partenza la rassegna organizzata dal centro servizi volontariato insieme a 143 tra associazione ed enti

giardino con bambini in festa

Saranno in tutto 143 le associazioni e gli enti che parteciperanno quest’anno a Bambinfestival, l’ottava edizione della manifestazione, promossa dal Csv di Pavia e dedicata ai bambini e ai loro diritti (in ottemperanza alla Convenzione Onu dei Diritti dell’Infanzia), che partirà con lo spettacolo “La grande festa degli animali cantanti” (ve­nerdì 13 maggio alle 16,30 nel cortile del castello visconteo).


Uno spettacolo creato proprio per l’occasione, dove tre animali musicisti metteranno in scena le loro avventure e trasformeranno il pubblico in una grande orchestra. Durante la kermesse, una festa lunga sedici giorni, saranno 180 le iniziative che si susseguiranno (tra animazioni, laboratori, spettacoli, concerti, seminari, conferenze, giochi e cacce al tesoro) in molteplici forme, dalla musica alla fiaba, dal teatro allo sport, dalla storia alla lettura e dal benessere alla natura. Senza dimenticare la scienza con “Piccoli scienziati crescono”.


Le iniziative saranno a misura di bambino e lo porteranno a confrontarsi con numerose tematiche, quali ad esempio l’integrazione, la cittadinanza attiva, la famiglia, i legami sociali e la scuola. Per quanto riguarda l’ubicazione degli eventi, essa è varia. La manifestazione si dipanerà nei vari quartieri di Pavia (dal Borgo a San Pietro in Verzolo, passando per Pavia Ovest, il Vallone e la Scala), quasi fosse un laboratorio permanente, grazie alla collaborazione di associazioni e gruppi di residenti che hanno preso l’impegno di prendersi cura di un bene comune, sia esso una piazza o un parco, oppure anche una singola strada. A proposito di bene comune, per instillare nei più piccoli il senso di partecipazione e di cittadinanza attiva, vi sarà la distribuzione del “Passaporto del piccolo cittadino attivo”. Ma Bambinfestival è stato costruito anche attraverso progetti collaterali come Pavia in rete, Pavia in Poesia ed Energiadi, una manifestazione sportiva che si terrà presso l’Ic Cavour (in Corso Cavour 49), dal 26 al 28 maggio, periodo nel quale tutti potranno partecipare, pedalando e producendo energia pulita. Inoltre sarà ospitata la giornata del Locali Amici del Bambini (il 20 maggio), un giorno nel quale le famiglie saranno invitate a conoscere dodici locali che proporranno, per l’occasione, iniziative dedicate a loro (l’elenco degli esercizi commerciali è visibile sul sito pitstop.comune.pv.it).


Anche l’Università di Pavia, col Sistema Museale di Ateneo, parteciperà a Bambinfestival con una serie di iniziative rivolte ai bambini. Per ulteriori info: www.bambinfestival.org, oppure telefonare al 366 6456069 (Maria Piccio, Csv) o al 3347552987 (Fiorenza Bertelli, Csv).


• Tommaso Montagna

Saranno in tutto 143 le associazioni e gli enti che parteciperanno quest’anno a Bambinfestival, l’ottava edizione della manifestazione, promossa dal Csv di Pavia e dedicata ai bambini e ai loro diritti (in ottemperanza alla Convenzione Onu dei Diritti dell’Infanzia), che partirà con lo spettacolo “La grande festa degli animali cantanti” (ve­nerdì 13 maggio alle 16,30 nel cortile del castello visconteo).

Uno spettacolo creato proprio per l’occasione, dove tre animali musicisti metteranno in scena le loro avventure e trasformeranno il pubblico in una grande orchestra. Durante la kermesse, una festa lunga sedici giorni, saranno 180 le iniziative che si susseguiranno (tra animazioni, laboratori, spettacoli, concerti, seminari, conferenze, giochi e cacce al tesoro) in molteplici forme, dalla musica alla fiaba, dal teatro allo sport, dalla storia alla lettura e dal benessere alla natura. Senza dimenticare la scienza con “Piccoli scienziati crescono”.

Le iniziative saranno a misura di bambino e lo porteranno a confrontarsi con numerose tematiche, quali ad esempio l’integrazione, la cittadinanza attiva, la famiglia, i legami sociali e la scuola. Per quanto riguarda l’ubicazione degli eventi, essa è varia. La manifestazione si dipanerà nei vari quartieri di Pavia (dal Borgo a San Pietro in Verzolo, passando per Pavia Ovest, il Vallone e la Scala), quasi fosse un laboratorio permanente, grazie alla collaborazione di associazioni e gruppi di residenti che hanno preso l’impegno di prendersi cura di un bene comune, sia esso una piazza o un parco, oppure anche una singola strada. A proposito di bene comune, per instillare nei più piccoli il senso di partecipazione e di cittadinanza attiva, vi sarà la distribuzione del “Passaporto del piccolo cittadino attivo”. Ma Bambinfestival è stato costruito anche attraverso progetti collaterali come Pavia in rete, Pavia in Poesia ed Energiadi, una manifestazione sportiva che si terrà presso l’Ic Cavour (in Corso Cavour 49), dal 26 al 28 maggio, periodo nel quale tutti potranno partecipare, pedalando e producendo energia pulita. Inoltre sarà ospitata la giornata del Locali Amici del Bambini (il 20 maggio), un giorno nel quale le famiglie saranno invitate a conoscere dodici locali che proporranno, per l’occasione, iniziative dedicate a loro (l’elenco degli esercizi commerciali è visibile sul sito pitstop.comune.pv.it).

Anche l’Università di Pavia, col Sistema Museale di Ateneo, parteciperà a Bambinfestival con una serie di iniziative rivolte ai bambini. Per ulteriori info: www.bambinfestival.org, oppure telefonare al 366 6456069 (Maria Piccio, Csv) o al 3347552987 (Fiorenza Bertelli, Csv).

• Tommaso Montagna

Via Francigena e turismo religioso
«Pavia sempre più protagonista»

Giacomo Galazzo: «Faremo rete per potenziare ancora di più la collaborazione tra amministratori locali e operatori del settore»

sala conferenze

Durante lo scorso fine settimana Pavia, già capitale longobarda per due secoli, è stata teatro di una kermesse (una tre giorni patrocinata anche dalla Camera di Com­mercio pavese) dedicata alla via Francigena, durante la quale, attraverso una serie di conferenze, gli amministratori pavesi si sono confrontati sul turismo religioso con alcuni loro omologhi provenienti da varie località italiane, poste proprio lungo l’antica via di pellegrinaggio che da Roma porta a Canterbury.


«Attraverso questo evento abbiamo voluto riaffermare il ruolo di Pavia nel campo del turismo religioso – ha dichiarato l’assessore alla cultura di Pavia Giacomo Galazzo –. Un ruolo che è stato confermato dal fatto che l’Associazione Europea della Via Francigena ha scelto di indire nella nostra città la sua assemblea generale».


L’assemblea in questione si è tenuta (al Broletto) ve­nerdì pomeriggio, dopo che al mattino, sempre all’interno della vecchia sede del Mu­nicipio, numerose autorità politiche, provenienti anche da Siena, Lucca e Fidenza, hanno tenuto una relazione sullo stato di fatto di quello che è (e potrà essere) lo sviluppo (turistico ed economico) della Via sopracitata e delle zone limitrofe. «Abbiamo tutti concordato su un punto fondamentale – ha proseguito l’assessore – cioè nel ritenere che il miglior modo per promuovere la Via Francigena sia di creare una rete attraverso la quale gli amministratori locali, in coordinato con gli operatori del settore, possano collaborare».


In questo senso, il Co­mune di Pavia ha aperto il portale “Pavia per il pellegrino” (accessibile da www.vivipavia.it), al quale hanno aderito numerosi albergatori, ristoratori e altri operatori, con l’intento di mettere a fuoco tutti i servizi offerti a quanti vogliano avventurarsi sull’antica strada che in passato, soprattutto nel Medioevo, veniva percorsa dai pellegrini.


Ma l’amministrazione co­munale ha dato vita anche ad altre iniziative che, nel lungo termine, sono collegate al turismo religioso. «Basti pensare alla riapertura della cripta di Sant’Eusebio e alla mostra sui Longo­bardi». Tutti questi sforzi, compiuti da Pavia e dalle altre città che ad essa sono accomunate dalla vicinanza a questa via di pellegrinaggio, sono finalizzati a «candidare all’Unesco il tratto italiano di Via Francigena, che da Roma si dipana fino alla Valle D’Aosta». In questo modo sarebbe considerato patrimonio dell’umanità.


Per quanto riguarda Pa­via, l’assessore alla cultura ci ha tenuto a ricordare che «della nostra città e delle sue bellezze storiche e artistiche si parlerà sul prossimo numero della rivista internazionale dedicata alla Via Francigena». Una rivista (“Via Francigena and the European Cultural Routes”) che è distribuita nel Vecchio Continente: una vetrina di tutto rispetto per l’antica città delle cento torri.


• Tommaso Montagna

Durante lo scorso fine settimana Pavia, già capitale longobarda per due secoli, è stata teatro di una kermesse (una tre giorni patrocinata anche dalla Camera di Com­mercio pavese) dedicata alla via Francigena, durante la quale, attraverso una serie di conferenze, gli amministratori pavesi si sono confrontati sul turismo religioso con alcuni loro omologhi provenienti da varie località italiane, poste proprio lungo l’antica via di pellegrinaggio che da Roma porta a Canterbury.

«Attraverso questo evento abbiamo voluto riaffermare il ruolo di Pavia nel campo del turismo religioso – ha dichiarato l’assessore alla cultura di Pavia Giacomo Galazzo –. Un ruolo che è stato confermato dal fatto che l’Associazione Europea della Via Francigena ha scelto di indire nella nostra città la sua assemblea generale».

L’assemblea in questione si è tenuta (al Broletto) ve­nerdì pomeriggio, dopo che al mattino, sempre all’interno della vecchia sede del Mu­nicipio, numerose autorità politiche, provenienti anche da Siena, Lucca e Fidenza, hanno tenuto una relazione sullo stato di fatto di quello che è (e potrà essere) lo sviluppo (turistico ed economico) della Via sopracitata e delle zone limitrofe. «Abbiamo tutti concordato su un punto fondamentale – ha proseguito l’assessore – cioè nel ritenere che il miglior modo per promuovere la Via Francigena sia di creare una rete attraverso la quale gli amministratori locali, in coordinato con gli operatori del settore, possano collaborare».

In questo senso, il Co­mune di Pavia ha aperto il portale “Pavia per il pellegrino” (accessibile da www.vivipavia.it), al quale hanno aderito numerosi albergatori, ristoratori e altri operatori, con l’intento di mettere a fuoco tutti i servizi offerti a quanti vogliano avventurarsi sull’antica strada che in passato, soprattutto nel Medioevo, veniva percorsa dai pellegrini.

Ma l’amministrazione co­munale ha dato vita anche ad altre iniziative che, nel lungo termine, sono collegate al turismo religioso. «Basti pensare alla riapertura della cripta di Sant’Eusebio e alla mostra sui Longo­bardi». Tutti questi sforzi, compiuti da Pavia e dalle altre città che ad essa sono accomunate dalla vicinanza a questa via di pellegrinaggio, sono finalizzati a «candidare all’Unesco il tratto italiano di Via Francigena, che da Roma si dipana fino alla Valle D’Aosta». In questo modo sarebbe considerato patrimonio dell’umanità.

Per quanto riguarda Pa­via, l’assessore alla cultura ci ha tenuto a ricordare che «della nostra città e delle sue bellezze storiche e artistiche si parlerà sul prossimo numero della rivista internazionale dedicata alla Via Francigena». Una rivista (“Via Francigena and the European Cultural Routes”) che è distribuita nel Vecchio Continente: una vetrina di tutto rispetto per l’antica città delle cento torri.

• Tommaso Montagna

Gioco d’azzardo, il Governo ha presentato la sua proposta Gregorini: «Per Pavia sarebbe un passo indietro»

Distanza dai luoghi sensibili 150 metri (in Lombardia sono 500), sei ore al giorno di sospensione (a Pavia sono quindici)

Al Governo serve un accordo con gli enti locali per poter procedere con decreto legislativo e, soprattutto, per evitare la via parlamentare, decisamente più complicata, visto che costringerebbe i singoli partiti a venire allo scoperto…


A unire fumo e gioco d’azzardo non c’è solo la natura di vizio fortemente cagionevole per la salute (anche se secondo modalità completamente diverse), ma anche l’essere oggetto di una evidente schizofrenia governativa. Da una parte la volontà di debellare – o anche solo dare la sen­sazione di volerlo fare – quella che viene considerata anche una piaga sociale, dall’altra tutelare gli introiti che entrambi garantiscono alle casse dello Stato, ancora più importanti in questo periodo in cui la disponibilità economica non è certo tra le qualità più evidente degli enti pubblici e governativi. Lo ha dimostrato una volta di più la Conferenza Unificata Stato Regioni ed Enti locali svoltasi il 4 maggio, all’indomani dell’incontro tecnico fra ministero ed enti locali voluto dal sottosegretario all’economia con delega ai giochi Pier Paolo Baretta. Argomento all’ordine del giorno la riforma del sistema di vendita dell’azzardo legale all’interno dei confini nazionali. Un incontro avvenuto in ritardo visto che le dichiarazioni del Governo erano di chiudere l’iter entro il 30 aprile e un incontro resosi necessario alla luce del timore degli amministratori locali di vender disinnescare dal governo quanto messo in campo per contrastare il proliferare di slot machine. Tra questi, in prima fila anche l’assessore e vicesindaco Angela Gregorini che in questi ultimi tre anni ha ottenuto una serie di lusinghieri successi, al punto di diventare un esempio a livello nazionale e da guadagnarsi l’incarico di referente nazionale di Avviso Pubblico per il gioco d’azzardo. «Non mi convince l’ultima versione della proposta di riordino dei giochi d’azzardo. Sono molto perplessa e critica perché ben poche richieste dei Comuni sono state seriamente accolte: i metri di distanza dai luoghi sensibili vengono ridotti a 150 quando in Lombardia siamo arrivati a 500. E mi lascia perplessa anche l’elenco dei “luoghi sensibili” visto che si citano solo sert, scuole e chiese».


Tra le battaglie più importanti vinte a Pavia quella sugli orari di utilizzo, che aveva anche superato il difficile scoglio del Tar: «La possibilità per gli enti locali di stabilire fasce orarie di interruzione di gioco, secondo la nuova proposta del Governo, viene limitata a un massimo di 6 ore da distribuire nel corso della giornata e solo per i nuovi esercizi: a Pavia oggi si può giocare dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 23 quindi con un’interruzione giornaliera di 15 ore».


A non convincere gli amministratori locali oltre a quanto c’è scritto nella proposta di regolamentazione, anche quanto non c’è… «Sono stati omessi due temi molto importanti: il divieto di pubblicità e la regolamentazione del gioco on line» non “roba da poco”.


Ma guardando da un’altra prospettiva, il bicchiere può anche sembrare mezzo pieno o forse ancora più vuoto: «Qualcosa di buono c’è – conclude l’assessore Gregorini – si permette di accedere al gioco solo tramite esibizione della tessera sanitaria anche se non si specifica chi e come raccoglierà i dati. Inoltre si anticipa di due anni la riduzione complessiva del 30% del numero di slot sul territorio nazionale, ma prevedendo la creazione di mini casinò e quindi l’incremento delle videolottery che sono pure più pericolose perché le giocate sono più alte. Viene anche prevista, finalmente, una intensificazione dei controlli. In definitiva troppo poco per considerare questo regolamento un passo avanti, anzi…».


• B.G.

Al Governo serve un accordo con gli enti locali per poter procedere con decreto legislativo e, soprattutto, per evitare la via parlamentare, decisamente più complicata, visto che costringerebbe i singoli partiti a venire allo scoperto…

A unire fumo e gioco d’azzardo non c’è solo la natura di vizio fortemente cagionevole per la salute (anche se secondo modalità completamente diverse), ma anche l’essere oggetto di una evidente schizofrenia governativa. Da una parte la volontà di debellare – o anche solo dare la sen­sazione di volerlo fare – quella che viene considerata anche una piaga sociale, dall’altra tutelare gli introiti che entrambi garantiscono alle casse dello Stato, ancora più importanti in questo periodo in cui la disponibilità economica non è certo tra le qualità più evidente degli enti pubblici e governativi. Lo ha dimostrato una volta di più la Conferenza Unificata Stato Regioni ed Enti locali svoltasi il 4 maggio, all’indomani dell’incontro tecnico fra ministero ed enti locali voluto dal sottosegretario all’economia con delega ai giochi Pier Paolo Baretta. Argomento all’ordine del giorno la riforma del sistema di vendita dell’azzardo legale all’interno dei confini nazionali. Un incontro avvenuto in ritardo visto che le dichiarazioni del Governo erano di chiudere l’iter entro il 30 aprile e un incontro resosi necessario alla luce del timore degli amministratori locali di vender disinnescare dal governo quanto messo in campo per contrastare il proliferare di slot machine. Tra questi, in prima fila anche l’assessore e vicesindaco Angela Gregorini che in questi ultimi tre anni ha ottenuto una serie di lusinghieri successi, al punto di diventare un esempio a livello nazionale e da guadagnarsi l’incarico di referente nazionale di Avviso Pubblico per il gioco d’azzardo. «Non mi convince l’ultima versione della proposta di riordino dei giochi d’azzardo. Sono molto perplessa e critica perché ben poche richieste dei Comuni sono state seriamente accolte: i metri di distanza dai luoghi sensibili vengono ridotti a 150 quando in Lombardia siamo arrivati a 500. E mi lascia perplessa anche l’elenco dei “luoghi sensibili” visto che si citano solo sert, scuole e chiese».

Tra le battaglie più importanti vinte a Pavia quella sugli orari di utilizzo, che aveva anche superato il difficile scoglio del Tar: «La possibilità per gli enti locali di stabilire fasce orarie di interruzione di gioco, secondo la nuova proposta del Governo, viene limitata a un massimo di 6 ore da distribuire nel corso della giornata e solo per i nuovi esercizi: a Pavia oggi si può giocare dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 23 quindi con un’interruzione giornaliera di 15 ore».

A non convincere gli amministratori locali oltre a quanto c’è scritto nella proposta di regolamentazione, anche quanto non c’è… «Sono stati omessi due temi molto importanti: il divieto di pubblicità e la regolamentazione del gioco on line» non “roba da poco”.

Ma guardando da un’altra prospettiva, il bicchiere può anche sembrare mezzo pieno o forse ancora più vuoto: «Qualcosa di buono c’è – conclude l’assessore Gregorini – si permette di accedere al gioco solo tramite esibizione della tessera sanitaria anche se non si specifica chi e come raccoglierà i dati. Inoltre si anticipa di due anni la riduzione complessiva del 30% del numero di slot sul territorio nazionale, ma prevedendo la creazione di mini casinò e quindi l’incremento delle videolottery che sono pure più pericolose perché le giocate sono più alte. Viene anche prevista, finalmente, una intensificazione dei controlli. In definitiva troppo poco per considerare questo regolamento un passo avanti, anzi…».

• B.G.

Parcheggio sotterraneo, fumata nera Vince la volontà del sindaco (e di Legambiente)

In consiglio comunale bocciato l’ordine del giorno presentato dall'opposizione che vincolava l’amministrazione comunale ad aprire la discussione con interparking

auto parcheggiate

Niente da fare, a Massimo Depaoli l’idea di un parcheggio sotterraneo sotto la statua di Garibaldi (o comunque non lontano da lì) proprio non piace. Lo si sapeva e all’ultimo consiglio comunale, dedicato alla mobilità cittadina, è stato chiarito una volta di più con l’ordine del giorno approvato alla fine dalla maggioranza che ha assunto i toni di una chiara soluzione di compromesso utile, soprattutto, a evitare una resa dei conti all’interno del centrosinistra cittadino, ma anche a gettare un po’ di fumo negli occhi a chi in quel parcheggio ci crede davvero. «Confermo di non essere contrario ai parcheggi sotterranei – ha risposto il primo cittadino al consigliere d’opposizione Nicola Niutta, che aveva sottolineato come la soluzione fosse anche contemplata nel programma politico presentato tre anni fa dal primo cittadino –. Se vengono imprenditori, ci parliamo, però il dove e il come lo decide la pubblica amministrazione». In sintesi, potrei anche dare il via libera, ma solo se lo costruiscono al Bivio Vela (giusto per identificare un’area ben lontana da cardo e decumano)… come se i conti del proponente, Interparking, potessero indifferentemente tornare con un parcheggio a ridosso del centro o ai confini della città. E dire che, a parte il primo cittadino, sia in giunta che in consiglio comunale sembrerebbero tutti – o quasi – favorevoli al progetto. Alla fine, purtroppo, ha avuto ancora la meglio la “ragion di stato”. L’ordine del giorno proposto dall’opposizione che avrebbe - quello sì - vincolato l’am­ministrazione ad aprire un dialogo con Interparking è stato bocciato per due voti, grazie soprattutto ai cinque astenuti tra le file del centrosinistra (anche di chi nel corso della discussione si era coraggiosamente esposto a favore del parcheggio) ed è stato invece approvato un ordine del giorno riveduto e corretto dalla maggioranza che impegna, di fatto, sindaco e giunta al… nulla.


Potrà Massimo Depaoli cambiare idea? Difficile, anche se auspicabile, visto che le ricadute positive sulla mobilità cittadina sarebbero molteplici. Compresa la possibilità di ricavare in via­le Matteotti una corsia preferenziale per il trasporto pubblico riducendo in modo sensibile i tempi di percorrenza degli autobus, andando così a contrastare il principale cavallo di battaglia di chi vorrebbe riportare il 3 in corso Cavour. A giocare con­­tro il parcheggio sotterraneo a ridosso del centro sto­rico c’è soprattutto il pa­re­re di Le­gambiente, da sempre vicina all’attuale sindaco, ma forse anche una que­stione di… tempi. Se la proposta fosse arrivata a luglio 2014, c’era la concreta possibilità di presentarsi alle elezioni del 2019 con l’importante infrastruttura inaugurata e operativa. Dare il via ora all’operazione, significherebbe presentarsi al voto con un cantiere di notevoli dimensioni davanti al Ca­stello e pesanti ripercussioni sulla mobilità cittadina. Senza sottovalutare la concreta possibilità che a inaugurare il parcheggio sotterraneo siano poi… altri.


• B.G.

Niente da fare, a Massimo Depaoli l’idea di un parcheggio sotterraneo sotto la statua di Garibaldi (o comunque non lontano da lì) proprio non piace. Lo si sapeva e all’ultimo consiglio comunale, dedicato alla mobilità cittadina, è stato chiarito una volta di più con l’ordine del giorno approvato alla fine dalla maggioranza che ha assunto i toni di una chiara soluzione di compromesso utile, soprattutto, a evitare una resa dei conti all’interno del centrosinistra cittadino, ma anche a gettare un po’ di fumo negli occhi a chi in quel parcheggio ci crede davvero. «Confermo di non essere contrario ai parcheggi sotterranei – ha risposto il primo cittadino al consigliere d’opposizione Nicola Niutta, che aveva sottolineato come la soluzione fosse anche contemplata nel programma politico presentato tre anni fa dal primo cittadino –. Se vengono imprenditori, ci parliamo, però il dove e il come lo decide la pubblica amministrazione». In sintesi, potrei anche dare il via libera, ma solo se lo costruiscono al Bivio Vela (giusto per identificare un’area ben lontana da cardo e decumano)… come se i conti del proponente, Interparking, potessero indifferentemente tornare con un parcheggio a ridosso del centro o ai confini della città. E dire che, a parte il primo cittadino, sia in giunta che in consiglio comunale sembrerebbero tutti – o quasi – favorevoli al progetto. Alla fine, purtroppo, ha avuto ancora la meglio la “ragion di stato”. L’ordine del giorno proposto dall’opposizione che avrebbe - quello sì - vincolato l’am­ministrazione ad aprire un dialogo con Interparking è stato bocciato per due voti, grazie soprattutto ai cinque astenuti tra le file del centrosinistra (anche di chi nel corso della discussione si era coraggiosamente esposto a favore del parcheggio) ed è stato invece approvato un ordine del giorno riveduto e corretto dalla maggioranza che impegna, di fatto, sindaco e giunta al… nulla.

Potrà Massimo Depaoli cambiare idea? Difficile, anche se auspicabile, visto che le ricadute positive sulla mobilità cittadina sarebbero molteplici. Compresa la possibilità di ricavare in via­le Matteotti una corsia preferenziale per il trasporto pubblico riducendo in modo sensibile i tempi di percorrenza degli autobus, andando così a contrastare il principale cavallo di battaglia di chi vorrebbe riportare il 3 in corso Cavour. A giocare con­­tro il parcheggio sotterraneo a ridosso del centro sto­rico c’è soprattutto il pa­re­re di Le­gambiente, da sempre vicina all’attuale sindaco, ma forse anche una que­stione di… tempi. Se la proposta fosse arrivata a luglio 2014, c’era la concreta possibilità di presentarsi alle elezioni del 2019 con l’importante infrastruttura inaugurata e operativa. Dare il via ora all’operazione, significherebbe presentarsi al voto con un cantiere di notevoli dimensioni davanti al Ca­stello e pesanti ripercussioni sulla mobilità cittadina. Senza sottovalutare la concreta possibilità che a inaugurare il parcheggio sotterraneo siano poi… altri.

• B.G.

Da Pavia ad Austin
inseguendo un sogno colorato con la musica Tex-Mex

I nuovi lavori della Rivertale Production e una collaborazione con il regista Robert Rodriguez, pupillo di Tarantino

Gruppo musicale

C’è una strada che collega Pavia ad Austin, in Texas, e l’ha costruita negli ultimi tre anni l’imprenditore pavese Paolo Pagetti. Ovviamente si tratta di una strada ideale, in cui l’asfalto è stato sostituito dalle note della musica Tex-Mex. Ma facciamo un passo indietro… Paolo è cresciuto in mezzo alla musica con un padre che gli ha trasmesso l’amore per i “classici” (Beatles, Eric Clapton…) e una madre appassionata di folk. Ne è nato un dj molto quotato negli anni Novanta con una passione sfrenata per la musica irlandese. La svolta è arrivata nel 2004 al cinema: «Stavo guardando Kill Bill volume 2 di Quentin Tarantino – ricorda Pagetti – e sono rimasto folgorato dalla musica e, soprattutto, dalla versione di Malagueña Salerosa. Appena tornato a casa, mi sono attaccato al computer per acquistare la colonna sonora a partire dal pezzo che era stato eseguito dai Chingon. Di questo gruppo, però, non trovavo nulla… ma alla fine ho scovato un collegamento con il sito dei Del Castillo».


I Chingon sono, infatti, nati dalla collaborazione tra la band Del Castillo con Alex Ruiz (voce) e il regista, nonché pupillo di Tarantino, Robert Rodriguez (El Mariachi, C’era una volta in Messico, Sin City…) alla chitarra. «Ho subito acquistato in rete tutto quello che ho trovato dei Del Castillo, musica ma anche gadget di ogni genere». Era ancora presto per immaginarlo, ma quel mondo in cui Pagetti stava muovendo i primi passi a distanza… sarebbe, da lì a una decina di anni, diventato anche il suo mondo. «Austin è una città fantastica, dove la musica è la regina incontrastata. Qualsiasi tipo di musica. In ogni giorno dell’anno ci sono centinaia di locali che ospitano performances di gruppi fantastici. La vera capitale della musica mondiale ora è in Texas».


Nel 2013 Paolo inizia la carriera da produttore grazie anche a una collaborazione sempre più stretta con la Pfl Studio di Mezzana Corti da cui nasce l’amicizia con Federico Provini. I Sugar Ray Dogs, prodotti da Pagetti, registrano a Mezzana “Mexi-Cola” e c’è anche la voce di Patricia Vonne, sorella di Robert Rodriguez. «Una voce meravigliosa. L’avevo conosciuta via internet e poi di persona visto che lei è spesso impegnata in concerti in Europa. Le ho proposto una collaborazione e lei ha accettato».


La vera storia della pavese Rivertale nacque in quel momento: «L’etichetta ora è attiva a Pavia, ma anche a New York e Austin… a seconda delle esigenze. Una decina di band tra Europa e Stati Uniti. Ma siamo pronti ad affrontare nuove sfide, anche perché abbiamo risorse per poter seguire i progetti sin dai primi passi, lasciando ai musicisti il solo compito di… suonare».


Il nuovo progetto è l’essenza di quello che è diventato la Rivertale, una contaminazione continua tra musica Tex-Mex e Italia: «Una sera ad Austin ho sentito Alex cantare “Parla più piano” di Nino Rota, colonna sonora de “Il Padrino”. Era una versione decisamente innovativa e la gente mostrava di gradire. Da qui l’idea di realizzare un disco di classici italiani che più o meno un anno fa hanno preso la strada di Austin: ci sarà la voce di Patricia Vonne ne “Il mondo” e un assolo di Robert Rodriguez in “Nessuno mi può giudicare”. Partiremo prima negli Stati Uniti nel prossimo inverno con una presentazione a New York».


Che Pavia avesse un feeling particolare con la musica lo si sapeva, che si sarebbe creato un legame con la musica texana-messicana è più… sorprendente.


• B.G.

C’è una strada che collega Pavia ad Austin, in Texas, e l’ha costruita negli ultimi tre anni l’imprenditore pavese Paolo Pagetti. Ovviamente si tratta di una strada ideale, in cui l’asfalto è stato sostituito dalle note della musica Tex-Mex. Ma facciamo un passo indietro… Paolo è cresciuto in mezzo alla musica con un padre che gli ha trasmesso l’amore per i “classici” (Beatles, Eric Clapton…) e una madre appassionata di folk. Ne è nato un dj molto quotato negli anni Novanta con una passione sfrenata per la musica irlandese. La svolta è arrivata nel 2004 al cinema: «Stavo guardando Kill Bill volume 2 di Quentin Tarantino – ricorda Pagetti – e sono rimasto folgorato dalla musica e, soprattutto, dalla versione di Malagueña Salerosa. Appena tornato a casa, mi sono attaccato al computer per acquistare la colonna sonora a partire dal pezzo che era stato eseguito dai Chingon. Di questo gruppo, però, non trovavo nulla… ma alla fine ho scovato un collegamento con il sito dei Del Castillo».

I Chingon sono, infatti, nati dalla collaborazione tra la band Del Castillo con Alex Ruiz (voce) e il regista, nonché pupillo di Tarantino, Robert Rodriguez (El Mariachi, C’era una volta in Messico, Sin City…) alla chitarra. «Ho subito acquistato in rete tutto quello che ho trovato dei Del Castillo, musica ma anche gadget di ogni genere». Era ancora presto per immaginarlo, ma quel mondo in cui Pagetti stava muovendo i primi passi a distanza… sarebbe, da lì a una decina di anni, diventato anche il suo mondo. «Austin è una città fantastica, dove la musica è la regina incontrastata. Qualsiasi tipo di musica. In ogni giorno dell’anno ci sono centinaia di locali che ospitano performances di gruppi fantastici. La vera capitale della musica mondiale ora è in Texas».

Nel 2013 Paolo inizia la carriera da produttore grazie anche a una collaborazione sempre più stretta con la Pfl Studio di Mezzana Corti da cui nasce l’amicizia con Federico Provini. I Sugar Ray Dogs, prodotti da Pagetti, registrano a Mezzana “Mexi-Cola” e c’è anche la voce di Patricia Vonne, sorella di Robert Rodriguez. «Una voce meravigliosa. L’avevo conosciuta via internet e poi di persona visto che lei è spesso impegnata in concerti in Europa. Le ho proposto una collaborazione e lei ha accettato».

La vera storia della pavese Rivertale nacque in quel momento: «L’etichetta ora è attiva a Pavia, ma anche a New York e Austin… a seconda delle esigenze. Una decina di band tra Europa e Stati Uniti. Ma siamo pronti ad affrontare nuove sfide, anche perché abbiamo risorse per poter seguire i progetti sin dai primi passi, lasciando ai musicisti il solo compito di… suonare».

Il nuovo progetto è l’essenza di quello che è diventato la Rivertale, una contaminazione continua tra musica Tex-Mex e Italia: «Una sera ad Austin ho sentito Alex cantare “Parla più piano” di Nino Rota, colonna sonora de “Il Padrino”. Era una versione decisamente innovativa e la gente mostrava di gradire. Da qui l’idea di realizzare un disco di classici italiani che più o meno un anno fa hanno preso la strada di Austin: ci sarà la voce di Patricia Vonne ne “Il mondo” e un assolo di Robert Rodriguez in “Nessuno mi può giudicare”. Partiremo prima negli Stati Uniti nel prossimo inverno con una presentazione a New York».

Che Pavia avesse un feeling particolare con la musica lo si sapeva, che si sarebbe creato un legame con la musica texana-messicana è più… sorprendente.

• B.G.

La NUOVA MAZDA CX-5

Qualità e prestazioni con tocchi di lusso

Mazda CX-5

Potersi affermare in un segmento competitivo come quella dei SUV non è affatto facile, soprattutto in relazione ai competitor che da anni tracciano le linee guida di innovazione e linea.


La risposta di Mazda si chiama CX-5 e, successivamente all’uscita del nuovo modello, possiamo affermare che il risultato complessivo è ottimo. La versione in prova, lasciataci in uso dalla nuova concessionaria Mazda di San Martino Siccomario Grigna­ni, si tratta dell’allestimento Exclusive, abbinata al potente motore turbo diesel 2.2 da 175 cv.


Fin dall’ingresso in vettura, si intuisce come gran parte del lavoro di Mazda sia stato rivolto verso la qualità degli interni, andando a migliorare anche quelle finiture meno visibili al primo impatto.


Acceso il veicolo, subito si notano alcune delle numerose tecnologie che compongono la nuova Mazda CX-5: dal sistema di navigazione da 7” che illumina la plancia, passando per il funzionale climatizzatore bizona, fino al sistema audio Bose® che suona nelle casse rilasciando un suono davvero eccezionale.


Queste risultano essere solo alcune delle caratteristiche tecniche della nuova Mazda CX-5, il vero piacere si ha quando si innesta la marcia del cambio automatico a 6 rapporti: lo stesso si presenta molto fluido nel passaggio di marcia e mai brusco, consentendo anche a chi vive il veicolo nei posti da passeggero, di non subire scossoni durante la marcia.


Durante la guida su strada, la nuova CX-5 si dimostra agile nel traffico cittadino nonostante i 4 metri e mezzo di lunghezza, e decisamente confortevole tra strade extra urbane e autostrade. Il merito deriva anche dai cerchi da 19” di serie sull’allestimento Exclusive, che garantiscono un assorbimento delle asperità davvero invidiabile.


Mazda ha lavorato molto anche sul lato protezione, tant’è che CX-5 presenta diversi sistemi di sicurezza per chi vive il veicolo ma anche per la protezione dei pedoni: ad esempio, di serie, troviamo il Sistema Intel­ligente di frenata in città che permette al veicolo di arrestarsi se siamo distratti e se un ostacolo compare di fronte all’improvviso.


Durante la nostra prova, la nuova Mazda CX-5 ha mantenuto un consumo medio di 16,5 km/l, un risultato ottimo in relazione ai 1530 kg di peso.


Presso la concessionaria Grignani di San Martino Siccomario, sarà possibile configurare i diversi allestimenti di Mazda CX-5 con personale qualificato a trasformare ogni vostra esigenza in optional, oltre a farvi conoscere tutta la gamma Mazda presente sul mercato.


• Matteo Raffaelli

Potersi affermare in un segmento competitivo come quella dei SUV non è affatto facile, soprattutto in relazione ai competitor che da anni tracciano le linee guida di innovazione e linea.

La risposta di Mazda si chiama CX-5 e, successivamente all’uscita del nuovo modello, possiamo affermare che il risultato complessivo è ottimo. La versione in prova, lasciataci in uso dalla nuova concessionaria Mazda di San Martino Siccomario Grigna­ni, si tratta dell’allestimento Exclusive, abbinata al potente motore turbo diesel 2.2 da 175 cv.

Fin dall’ingresso in vettura, si intuisce come gran parte del lavoro di Mazda sia stato rivolto verso la qualità degli interni, andando a migliorare anche quelle finiture meno visibili al primo impatto.

Acceso il veicolo, subito si notano alcune delle numerose tecnologie che compongono la nuova Mazda CX-5: dal sistema di navigazione da 7” che illumina la plancia, passando per il funzionale climatizzatore bizona, fino al sistema audio Bose® che suona nelle casse rilasciando un suono davvero eccezionale.

Queste risultano essere solo alcune delle caratteristiche tecniche della nuova Mazda CX-5, il vero piacere si ha quando si innesta la marcia del cambio automatico a 6 rapporti: lo stesso si presenta molto fluido nel passaggio di marcia e mai brusco, consentendo anche a chi vive il veicolo nei posti da passeggero, di non subire scossoni durante la marcia.

Durante la guida su strada, la nuova CX-5 si dimostra agile nel traffico cittadino nonostante i 4 metri e mezzo di lunghezza, e decisamente confortevole tra strade extra urbane e autostrade. Il merito deriva anche dai cerchi da 19” di serie sull’allestimento Exclusive, che garantiscono un assorbimento delle asperità davvero invidiabile.

Mazda ha lavorato molto anche sul lato protezione, tant’è che CX-5 presenta diversi sistemi di sicurezza per chi vive il veicolo ma anche per la protezione dei pedoni: ad esempio, di serie, troviamo il Sistema Intel­ligente di frenata in città che permette al veicolo di arrestarsi se siamo distratti e se un ostacolo compare di fronte all’improvviso.

Durante la nostra prova, la nuova Mazda CX-5 ha mantenuto un consumo medio di 16,5 km/l, un risultato ottimo in relazione ai 1530 kg di peso.

Presso la concessionaria Grignani di San Martino Siccomario, sarà possibile configurare i diversi allestimenti di Mazda CX-5 con personale qualificato a trasformare ogni vostra esigenza in optional, oltre a farvi conoscere tutta la gamma Mazda presente sul mercato.

• Matteo Raffaelli

Una collaborazione con l’Athletic Pavia
per risolvere i problemi del Fortunati

Fabrizio Salvucci: «Potremmo sgravare il Pavia Calcio dalla gestione dell’impianto»

campo da calcio

La querelle tra Comune e Pavia Calcio ha messo la parola fine almeno sulla stagione 2016-2017 e consentirà l’iscrizione al prossimo campionato di serie D, che l’Fc Pavia 1911 si è conquistata sul campo. Adesso si tratterà di cominciare a pensare alla stagione 2017-2018 sia sul fronte societario che su quello impiantistico. Sul primo, l’amministratore delegato Giacomo Brega cercherà aiuti e magari li troverà anche grazie a un gradito ritorno dalle parti di via Alzaia: conclusa la nuova avventura cestistica, Paolo Zoncada e la sua Edimes potrebbero prendere ancora una volta la strada che porta al Fortunati. Novità a breve potrebbero arrivare anche sul fronte impiantistico grazie alla collaborazione con una giovane e ambiziosa società pavese, che in pochi anni è cresciuta all’ombra del cimitero monumentale, al punto di chiudere l’ultima stagione agonistica con 250 tesserati nelle formazioni giovanili. Dopo un primo contatto risalente a oltre un mese fa, già giovedì una delegazione dell’Athletic Pavia dovrebbe compiere una nuova visita al Fortunati insieme a tecnici specializzati in grado di verificare la reale situazione dell’impianto anche sul fronte idraulico. «C’era stata segnalata la difficile situazione in cui versava il Fortunati e siamo andati a dare una prima occhiata e, subito dopo, abbiamo parlato con Giacomo Brega – conferma il presidente dell’Athletic Pavia, Fabrizio Salvucci – L’idea è di fare qualcosa di buono, sgravando il Pavia Calcio della gestione dell’impianto e anche delle spese di efficientamento, investendo sulla struttura, magari rendendola già in grado di ospitare una Lega Pro, ovviamente in collaborazione con il Comune e lo stesso Pavia Calcio».


In base a questa collaborazione, L’Fc Pavia 1911 potrebbe concentrarsi sulla pri­ma squadra, lasciando all’Athletic il settore giovanile. «Vorremmo sistemare l’impianto, compresi i campi in sintetico, in modo che presto la struttura possa autofinanziarsi anche grazie all’organizzazione di eventi – continua il presidente Salvucci – Il nostro progetto nasce per fare aggregazione giovanile, che passa attraverso lo sport, allenamenti, partite, ma anche concerti e camp estivi. Siamo la prosecuzione di quello che una volta era l’oratorio dove si davano i primi calci e si organizzavano le prime partite. Siamo un’evoluzione più… preparata. In tre anni siamo arrivati a 250 ragazzi tesserati, mi sembra un dato che testimoni l’importanza e la serietà del nostro progetto».


Una collaborazione, quella con l’Athletic Pavia, con un settore giovanile affiliato al­l’Atalanta, che non può che essere vista con piacere dal primo cittadino, tifoso del nerazzurri bergamaschi: «La collaborazione con l’Atalanta prosegue, così come quella con l’Alessandria, un altro club che sta facendo un ottimo lavoro – conclude il presidente Salvucci – La nostra vera ispirazione è il Celtic di Glasgow, un club nato nel 1887 con fini di solidarietà e di supporto ai giovani cattolici della città ed arrivato nel 1967 a vincere la Coppa dei Campioni. Ovviamente è solo un’ispirazione, non puntiamo così in alto».


• B.G.

La querelle tra Comune e Pavia Calcio ha messo la parola fine almeno sulla stagione 2016-2017 e consentirà l’iscrizione al prossimo campionato di serie D, che l’Fc Pavia 1911 si è conquistata sul campo. Adesso si tratterà di cominciare a pensare alla stagione 2017-2018 sia sul fronte societario che su quello impiantistico. Sul primo, l’amministratore delegato Giacomo Brega cercherà aiuti e magari li troverà anche grazie a un gradito ritorno dalle parti di via Alzaia: conclusa la nuova avventura cestistica, Paolo Zoncada e la sua Edimes potrebbero prendere ancora una volta la strada che porta al Fortunati. Novità a breve potrebbero arrivare anche sul fronte impiantistico grazie alla collaborazione con una giovane e ambiziosa società pavese, che in pochi anni è cresciuta all’ombra del cimitero monumentale, al punto di chiudere l’ultima stagione agonistica con 250 tesserati nelle formazioni giovanili. Dopo un primo contatto risalente a oltre un mese fa, già giovedì una delegazione dell’Athletic Pavia dovrebbe compiere una nuova visita al Fortunati insieme a tecnici specializzati in grado di verificare la reale situazione dell’impianto anche sul fronte idraulico. «C’era stata segnalata la difficile situazione in cui versava il Fortunati e siamo andati a dare una prima occhiata e, subito dopo, abbiamo parlato con Giacomo Brega – conferma il presidente dell’Athletic Pavia, Fabrizio Salvucci – L’idea è di fare qualcosa di buono, sgravando il Pavia Calcio della gestione dell’impianto e anche delle spese di efficientamento, investendo sulla struttura, magari rendendola già in grado di ospitare una Lega Pro, ovviamente in collaborazione con il Comune e lo stesso Pavia Calcio».

In base a questa collaborazione, L’Fc Pavia 1911 potrebbe concentrarsi sulla pri­ma squadra, lasciando all’Athletic il settore giovanile. «Vorremmo sistemare l’impianto, compresi i campi in sintetico, in modo che presto la struttura possa autofinanziarsi anche grazie all’organizzazione di eventi – continua il presidente Salvucci – Il nostro progetto nasce per fare aggregazione giovanile, che passa attraverso lo sport, allenamenti, partite, ma anche concerti e camp estivi. Siamo la prosecuzione di quello che una volta era l’oratorio dove si davano i primi calci e si organizzavano le prime partite. Siamo un’evoluzione più… preparata. In tre anni siamo arrivati a 250 ragazzi tesserati, mi sembra un dato che testimoni l’importanza e la serietà del nostro progetto».

Una collaborazione, quella con l’Athletic Pavia, con un settore giovanile affiliato al­l’Atalanta, che non può che essere vista con piacere dal primo cittadino, tifoso del nerazzurri bergamaschi: «La collaborazione con l’Atalanta prosegue, così come quella con l’Alessandria, un altro club che sta facendo un ottimo lavoro – conclude il presidente Salvucci – La nostra vera ispirazione è il Celtic di Glasgow, un club nato nel 1887 con fini di solidarietà e di supporto ai giovani cattolici della città ed arrivato nel 1967 a vincere la Coppa dei Campioni. Ovviamente è solo un’ispirazione, non puntiamo così in alto».

• B.G.

Nuove regole con la “circolare Gabrielli”
Mai più eventi in piazza Cavagneria?

Da ora in avanti sarà più difficile (e più costoso) organizzare concerti pubblici

piazza Cavagneria

Dopo i tragici fatti di piazza San Carlo a Torino (e l’attentato terroristico di Manchester), il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha inserito in una circolare inviata a que­stori e prefetti di tutta Italia le nuove regole per l’organizzazione di eventi e concerti sulla “pubblica via” (e piazza). Da ora in avanti sarà più facile individuare eventuali responsabilità, con la distinzione fra garanzie di safety (misure strutturali a salvaguardia dell’incolumità delle persone) e quelle di security (servizi di ordine e sicurezza pubblica). La circolare puntualizza anche i requisiti “tecnici” che dovranno essere osservati nei luoghi in cui l’evento si svolge. Dovranno esserci corridoi perimetrali di almeno 3,5 metri e al centro dovrà essere lasciato libero un corridoio di almeno 1,20 metri. «In realtà la circolare Gabrielli ha solo fatto un sunto richiamando regole e direttive già vigenti» spiega il dirigente comunale Gianfranco Longhetti (Servizi al Cittadino e all’Impresa).


In futuro sarà più complicato organizzare eventi in piazza? «Di certo bisognerà fare maggiore attenzione – continua Longhetti – Temo che sarà difficile organizzare qualcosa da ora in avanti in piazza Cavagneria. E in piazza della Vittoria sarà più semplice organizzare un evento a Capodanno che non a Ferragosto: chiedere ai bar di ritirare una fila di tavolini è pensabile, eliminarli tutti potrebbe portare a un surriscaldamento degli animi. In piazza del Carmine abbiamo sempre previsto una capienza tra le 400 e le 600 persone. Sarà necessario rivedere questo dato al ribasso».


Una città da ridisegnare? «Gli uffici stanno lavorando proprio per rivedere i singoli spazi in città, trovando soluzioni per far sì che il “passaggio” sia il meno traumatico possibile».


Di certo tutto finirà per costare di più, visto che la circolare Gabrielli prevede l’uso di biglietti anche per concerti gratuiti o il ricorso ad altri “sistemi di rivelazione numerica per la valutazione del massimo affollamento sostenibile”. Agli organizzatori spetterà il compito di impiegare “steward” per regolare i flussi di accesso e l’individuazione di apposite aree dove collocare i presidi sanitari. Dovrà anche essere presente un sistema di altoparlanti o di maxischermi sui quali, in caso di necessità, far convergere “preventivi e ripetuti avvisi e indicazioni al pubblico da parte dell’organizzatore o delle autorità, concernenti le vie di deflusso e i comportamenti da tenere in caso di eventuali criticità”. «I costi saranno sicuramente maggiori. In prossimità del palco, per esempio, sarà ne­cessario impiegare transenne antiribaltamento: il Comune di Pavia non le ha e, quindi, nel caso saremo co­stretti ad affittarli».


Le nuove “regole” dovranno essere in parte interpretate e coniugate tenendo conto di quelle che sono le indicazioni dei Vigili del fuoco. «Bisognerà capire se le regole andranno applicate anche a soluzioni ibride come la Festa della birra in piazzale Tevere o, più in generale, agli eventi di street food – conclude Longhetti –. Po­treb­bero esserci problemi anche per la Festa del Ticino, per il tradizionale mercato sul Lungoticino alla luce delle nuove norme di sicurezza per l’antiterrorismo».


• B.G.

Dopo i tragici fatti di piazza San Carlo a Torino (e l’attentato terroristico di Manchester), il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha inserito in una circolare inviata a que­stori e prefetti di tutta Italia le nuove regole per l’organizzazione di eventi e concerti sulla “pubblica via” (e piazza). Da ora in avanti sarà più facile individuare eventuali responsabilità, con la distinzione fra garanzie di safety (misure strutturali a salvaguardia dell’incolumità delle persone) e quelle di security (servizi di ordine e sicurezza pubblica). La circolare puntualizza anche i requisiti “tecnici” che dovranno essere osservati nei luoghi in cui l’evento si svolge. Dovranno esserci corridoi perimetrali di almeno 3,5 metri e al centro dovrà essere lasciato libero un corridoio di almeno 1,20 metri. «In realtà la circolare Gabrielli ha solo fatto un sunto richiamando regole e direttive già vigenti» spiega il dirigente comunale Gianfranco Longhetti (Servizi al Cittadino e all’Impresa).

In futuro sarà più complicato organizzare eventi in piazza? «Di certo bisognerà fare maggiore attenzione – continua Longhetti – Temo che sarà difficile organizzare qualcosa da ora in avanti in piazza Cavagneria. E in piazza della Vittoria sarà più semplice organizzare un evento a Capodanno che non a Ferragosto: chiedere ai bar di ritirare una fila di tavolini è pensabile, eliminarli tutti potrebbe portare a un surriscaldamento degli animi. In piazza del Carmine abbiamo sempre previsto una capienza tra le 400 e le 600 persone. Sarà necessario rivedere questo dato al ribasso».

Una città da ridisegnare? «Gli uffici stanno lavorando proprio per rivedere i singoli spazi in città, trovando soluzioni per far sì che il “passaggio” sia il meno traumatico possibile».

Di certo tutto finirà per costare di più, visto che la circolare Gabrielli prevede l’uso di biglietti anche per concerti gratuiti o il ricorso ad altri “sistemi di rivelazione numerica per la valutazione del massimo affollamento sostenibile”. Agli organizzatori spetterà il compito di impiegare “steward” per regolare i flussi di accesso e l’individuazione di apposite aree dove collocare i presidi sanitari. Dovrà anche essere presente un sistema di altoparlanti o di maxischermi sui quali, in caso di necessità, far convergere “preventivi e ripetuti avvisi e indicazioni al pubblico da parte dell’organizzatore o delle autorità, concernenti le vie di deflusso e i comportamenti da tenere in caso di eventuali criticità”. «I costi saranno sicuramente maggiori. In prossimità del palco, per esempio, sarà ne­cessario impiegare transenne antiribaltamento: il Comune di Pavia non le ha e, quindi, nel caso saremo co­stretti ad affittarli».

Le nuove “regole” dovranno essere in parte interpretate e coniugate tenendo conto di quelle che sono le indicazioni dei Vigili del fuoco. «Bisognerà capire se le regole andranno applicate anche a soluzioni ibride come la Festa della birra in piazzale Tevere o, più in generale, agli eventi di street food – conclude Longhetti –. Po­treb­bero esserci problemi anche per la Festa del Ticino, per il tradizionale mercato sul Lungoticino alla luce delle nuove norme di sicurezza per l’antiterrorismo».

• B.G.

Nicola Niutta: «Chiederò al sindaco di commissariare Asm»

consigliere comunale

Asm commissariata. Sarà questa la richiesta che il consigliere d’opposizione Nicola Niutta avanzerà al primo cittadino in occasione del consiglio comunale di giovedì sera. «Rileggendo quanto scritto da Duccio Bianchi e quanto risposto da Massimo Depaoli – spiega il consigliere di centrodestra – ci sono elementi della vicenda che finiscono per delineare quello che, per me, è un quadro abbastanza inquietante».


A sollevare le perplessità del consigliere Niutta è il ruolo recitato da Stefano Spagoni, l’altro componente del consiglio di amministrazione rimasto dopo le dimissioni di Silvia Vinci e, quelle più recenti di Alessandra Imperiale, scelta dai “soci minori” e rimasta in carica sette giorni. «Con che titolo Spagoni ha chiesto al presidente Bianchi di fare un passo indietro? Escludo che abbia deciso di propria iniziativa di sostituirsi al primo cittadino, l’unico titolato ad avanzare quel tipo di richiesta in quanto presidente dell’assemblea degli azionisti».


L’ipotesi avanzata dal consigliere, eletto nelle liste del fu Ncd, è che ancora una volta protagonista della vicenda siano i dissidi interni al Pd. «Un’altra motivazione che si evince dal botta e risposta tra presidente Asm e sindaco è su un compenso annuo che Bianchi non considererebbe adeguato alle sue responsabilità. Uno stipendio di cui immagino lui fosse a conoscenza quando nel 2015 ha accettato l’incarico. In attesa di capire cosa sta succedendo davvero nella municipalizzata, chiederò al sindaco di azzerare il consiglio di amministrazione per procedere a nuove nomine».


Il sindaco, però, non si rassegna e intende far cambiare idea a chi, due anni fa, decise di affidare le sorti di un Asm (e il cui buon lavoro è testimoniato da numeri e anche dalle… indagini). Le dimissioni presentate e poi ritirate dodici mesi fa da Bianchi ebbero come effetto “indiretto” la partenza dal cda di Silvia Vinci che con il presidente pare non avesse trovato il giusto feeling. Quest’anno si replica e ne farà le spese il consigliere Spagoni? Nel 2016 Bianchi inviò una mail ai dipendenti per annunciare la propria scelta, quest’anno ha indetto una riunione. Dovesse fare un passo indietro, nel 2018 sarà costretto a portare tutti fuori a pranzo.


• B.G.

Asm commissariata. Sarà questa la richiesta che il consigliere d’opposizione Nicola Niutta avanzerà al primo cittadino in occasione del consiglio comunale di giovedì sera. «Rileggendo quanto scritto da Duccio Bianchi e quanto risposto da Massimo Depaoli – spiega il consigliere di centrodestra – ci sono elementi della vicenda che finiscono per delineare quello che, per me, è un quadro abbastanza inquietante».

A sollevare le perplessità del consigliere Niutta è il ruolo recitato da Stefano Spagoni, l’altro componente del consiglio di amministrazione rimasto dopo le dimissioni di Silvia Vinci e, quelle più recenti di Alessandra Imperiale, scelta dai “soci minori” e rimasta in carica sette giorni. «Con che titolo Spagoni ha chiesto al presidente Bianchi di fare un passo indietro? Escludo che abbia deciso di propria iniziativa di sostituirsi al primo cittadino, l’unico titolato ad avanzare quel tipo di richiesta in quanto presidente dell’assemblea degli azionisti».

L’ipotesi avanzata dal consigliere, eletto nelle liste del fu Ncd, è che ancora una volta protagonista della vicenda siano i dissidi interni al Pd. «Un’altra motivazione che si evince dal botta e risposta tra presidente Asm e sindaco è su un compenso annuo che Bianchi non considererebbe adeguato alle sue responsabilità. Uno stipendio di cui immagino lui fosse a conoscenza quando nel 2015 ha accettato l’incarico. In attesa di capire cosa sta succedendo davvero nella municipalizzata, chiederò al sindaco di azzerare il consiglio di amministrazione per procedere a nuove nomine».

Il sindaco, però, non si rassegna e intende far cambiare idea a chi, due anni fa, decise di affidare le sorti di un Asm (e il cui buon lavoro è testimoniato da numeri e anche dalle… indagini). Le dimissioni presentate e poi ritirate dodici mesi fa da Bianchi ebbero come effetto “indiretto” la partenza dal cda di Silvia Vinci che con il presidente pare non avesse trovato il giusto feeling. Quest’anno si replica e ne farà le spese il consigliere Spagoni? Nel 2016 Bianchi inviò una mail ai dipendenti per annunciare la propria scelta, quest’anno ha indetto una riunione. Dovesse fare un passo indietro, nel 2018 sarà costretto a portare tutti fuori a pranzo.

• B.G.

Giunta comunale
Rimpasto… “ibernato”?

Uomo politico

Si era parlato di un rimpasto “congelato” a Pavia. La possibilità è che alla fine si sia preferito “ibernarlo” in attesa che - nel giro di una settimana, un mese o un anno - la scienza trovi un rimedio per risolvere una situazione particolarmente intricata.


La cosa che desta più sensazione è che ancora nessuno abbia pagato per un passaggio che è costato non poco sul piano della credibilità, tanto al sindaco quanto al Pd cittadino. Per la verità, bisogna anche dire che per ora la montagna ha partorito un topolino, visto che l’unica conseguenza chiara di un clamoroso errore di percorso sono stati i saluti di Silvia Chierico che ha lasciato il gruppo consigliare Pd, come da lei promesso (forse un po’ avventatamente), in omaggio alla lealtà verso Depaoli. Pare che dal Pd le sia stato negato quello che avrebbe potuto essere l’approdo naturale, la lista civica “Cittadini per Depaoli sindaco”.


Lì avrebbe trovato Stefano Gorgoni che, di recente, dal Pd è stato nominato nella segreteria cittadina e tra i quattro tutor assegnati al sindaco. Caso che fa il paio con quello, dall’altra parte della barricata, di Lidia Decembrino, nel direttivo provinciale di Forza Italia, ma al Mezzabarba capogruppo della civica “Pavia con Cattaneo”. Silvia Chierico è così confluita nel gruppo misto dove ha trovato Rodolfo Faldini. E, forse, questo, in tre anni, è stato l’atto politico più degno di nota (per quanto inconsapevole) da parte di questa amministrazione.


L’approdo di Chierico nel gruppo misto toglierà, infatti, spazio nelle commissioni e anche minuti nelle discussioni a quello che in questi tre anni è stato il consigliere più “aggressivo” tra i banchi dell’opposizione. Un fastidio dimezzato… o quasi? C’è poco da crederci!

Si era parlato di un rimpasto “congelato” a Pavia. La possibilità è che alla fine si sia preferito “ibernarlo” in attesa che - nel giro di una settimana, un mese o un anno - la scienza trovi un rimedio per risolvere una situazione particolarmente intricata.

La cosa che desta più sensazione è che ancora nessuno abbia pagato per un passaggio che è costato non poco sul piano della credibilità, tanto al sindaco quanto al Pd cittadino. Per la verità, bisogna anche dire che per ora la montagna ha partorito un topolino, visto che l’unica conseguenza chiara di un clamoroso errore di percorso sono stati i saluti di Silvia Chierico che ha lasciato il gruppo consigliare Pd, come da lei promesso (forse un po’ avventatamente), in omaggio alla lealtà verso Depaoli. Pare che dal Pd le sia stato negato quello che avrebbe potuto essere l’approdo naturale, la lista civica “Cittadini per Depaoli sindaco”.

Lì avrebbe trovato Stefano Gorgoni che, di recente, dal Pd è stato nominato nella segreteria cittadina e tra i quattro tutor assegnati al sindaco. Caso che fa il paio con quello, dall’altra parte della barricata, di Lidia Decembrino, nel direttivo provinciale di Forza Italia, ma al Mezzabarba capogruppo della civica “Pavia con Cattaneo”. Silvia Chierico è così confluita nel gruppo misto dove ha trovato Rodolfo Faldini. E, forse, questo, in tre anni, è stato l’atto politico più degno di nota (per quanto inconsapevole) da parte di questa amministrazione.

L’approdo di Chierico nel gruppo misto toglierà, infatti, spazio nelle commissioni e anche minuti nelle discussioni a quello che in questi tre anni è stato il consigliere più “aggressivo” tra i banchi dell’opposizione. Un fastidio dimezzato… o quasi? C’è poco da crederci!

Sicurezza e movida, la maggioranza pensa agli steward

Si chiamano “steward”, ma la soluzione, che la maggioranza al Mezzabarba sembra voler adottare per risolvere i problemi legati alla movida e all’allea di viale Matteotti, non si discosta tanto da quella messa in atto dalla precedente amministrazione e abrogata - a questo punto con eccessiva fretta – da quella attuale. Martedì il passaggio in commissione in vista del consiglio comunale di lunedì sera. L’idea, avanzata dal consigliere ed ex capogruppo Pd, Davide Ottini, prevede un contributo comunale per i pubblici esercizi che dovranno adottare “steward”. Una vigilanza, quindi, all’interno dei locali. Una soluzione che alla minoranza non piace.


«Le proposte che stanno per essere presentate dalla maggioranza consiliare a contrasto di quanto sta avvenendo sull'allea ed in città in generale, risultano alquanto tardive se si pensa che è ormai da tre anni che la giunta Depaoli guida la città e che questo primo esame avvenuto in commissione ha creato piu perplessità che plauso – commenta il consigliere di opposizione Rodolfo Faldini – Sono state rimosse le casette per riqualificare l'area ed invece è stata squalificata sino al punto da invocare misure drastiche. Si parla di steward nei locali per controllare ed imporre ordine, quando una delle prime misure di Depaoli fu quella di eliminare gli aiuti che il Comune offriva agli esercenti proprio su questo fronte.


Si parla di telecamere e videosorveglianza, ma ad oggi l'impegno ed i quattrini stanziati non sono pari a quanto si dovrebbe impiegare per rispondere alla domanda di sicurezza che la città pone. Manca concretezza e la maggioranza in affanno e alle corde chiede aiuto alla minoranza per trovare soluzioni concrete e condivise benché il testo presentato sia più un fiume di parole e di intenti piuttosto che un vero pacchetto sicurezza. Penso sia opportuno approfondire il tema e rimandare a settembre la redazione di un programma di interventi che abbia oltre alle parole anche la possibilità di concretizzarsi stanziando con una variazione di bilancio ad hoc, una serie di azioni finanziate utili a colmare una paurosa lacuna di tre anni sul campo della sicurezza».


• B.G.

Si chiamano “steward”, ma la soluzione, che la maggioranza al Mezzabarba sembra voler adottare per risolvere i problemi legati alla movida e all’allea di viale Matteotti, non si discosta tanto da quella messa in atto dalla precedente amministrazione e abrogata - a questo punto con eccessiva fretta – da quella attuale. Martedì il passaggio in commissione in vista del consiglio comunale di lunedì sera. L’idea, avanzata dal consigliere ed ex capogruppo Pd, Davide Ottini, prevede un contributo comunale per i pubblici esercizi che dovranno adottare “steward”. Una vigilanza, quindi, all’interno dei locali. Una soluzione che alla minoranza non piace.

«Le proposte che stanno per essere presentate dalla maggioranza consiliare a contrasto di quanto sta avvenendo sull'allea ed in città in generale, risultano alquanto tardive se si pensa che è ormai da tre anni che la giunta Depaoli guida la città e che questo primo esame avvenuto in commissione ha creato piu perplessità che plauso – commenta il consigliere di opposizione Rodolfo Faldini – Sono state rimosse le casette per riqualificare l'area ed invece è stata squalificata sino al punto da invocare misure drastiche. Si parla di steward nei locali per controllare ed imporre ordine, quando una delle prime misure di Depaoli fu quella di eliminare gli aiuti che il Comune offriva agli esercenti proprio su questo fronte.

Si parla di telecamere e videosorveglianza, ma ad oggi l'impegno ed i quattrini stanziati non sono pari a quanto si dovrebbe impiegare per rispondere alla domanda di sicurezza che la città pone. Manca concretezza e la maggioranza in affanno e alle corde chiede aiuto alla minoranza per trovare soluzioni concrete e condivise benché il testo presentato sia più un fiume di parole e di intenti piuttosto che un vero pacchetto sicurezza. Penso sia opportuno approfondire il tema e rimandare a settembre la redazione di un programma di interventi che abbia oltre alle parole anche la possibilità di concretizzarsi stanziando con una variazione di bilancio ad hoc, una serie di azioni finanziate utili a colmare una paurosa lacuna di tre anni sul campo della sicurezza».

• B.G.

Ius soli, secondo la Lega:
“A settembre non ne parlerà più nessuno“

Nemmeno pochi giorni fa lo Ius Soli faceva il suo ingresso nell’aula del Senato, quasi a sorpresa, scatenando il gruppo della Lega Nord. L’ennesimo capitolo di un rapporto tra il presidente Pietro Grasso e il partito del Carroccio che non è mai decollato e mai lo farà. Un dito steccato (del senatore Gian Marco Centinaio), un ricorso all’infermeria di Palazzo Madama (da parte del ministro Valeria Fedeli) e la minaccia da parte del Governo di ritornare sulla questione, forti di una richiesta di fiducia che avrebbe dovuto assicurare la vittoria. La risposta della Lega non si è fatta attendere con la presentazione di oltre 40mila emendamenti… che alla fine possono aver fatto la differenza visto che il Governo ha rinviato il tutto a settembre, senza entrare maggiormente nei dettagli in quella che potrebbe essere la futura calendarizzazione. «Merito dei nostri 40mila emendamenti – commenta un soddisfatto Gian Marco Centinaio –. Hanno bloccato il provvedimento in commissione, portando il Governo a rivalutare la decisione di porre la fiducia, anche perché nel frattempo le “opposizioni” sono numericamente aumentate, accogliendo anche i partiti autonomisti come la Südtiroler Volkspartei».


Confronto rinviato all’autunno? «A settembre le elezioni saranno più vicine e il Pd non vorrà più parlare di Ius Soli. L’altro giorno ho raccolto una confidenza di un senatore Dem: se il Governo dovesse riproporre la questione dello Ius Soli ponendo la fiducia, non andrà in Senato e manderà un certificato medico. E sono convinto che non sarebbe il solo a scegliere questa strada».


Per la Lega la legge attuale è perfetta e non va cambiata in alcun modo? «Deve essere modificata nella parte più burocratica. Adesso un ragazzo che raggiunge il diciottesimo anno ha la facoltà di scegliere tra la cittadinanza italiana e quella dei genitori. Ma ha una finestra troppo ristretta per scegliere e conosciamo tutti i tempi della nostra burocrazia. Invece di dire che deve operare la scelta entro il compimento del diciannovesimo anno, basterebbe dire che la scelta potrà essere fatta una volta raggiunta la maggiore età… e basta».


Nessuna concessione allo Ius Soli? «Nel 2016 hanno ottenuto la cittadinanza italiana in 170mila ed è stato il record europeo. La legge va bene così com’è. D’altra parte nessuno ha mai contestato che si debba attendere la maggiore età per votare e guidare la macchina: è quello il momento giusto per prendere una decisione così importante come la cittadinanza».


La Lega può già festeggiare? «L’ennesima vittoria. Si aggiunge a quella contro il referendum costituzionale e contro la liberalizzazione delle droghe leggere, di cui non si parlerà più. A settembre la priorità sarà la legge elettorale e dello Ius Soli non parlerà più nessuno. Ed è un bene perché la versione della legge uscita dalla consulta avrebbe comportato 870mila nuovi italiani subito e una media di 600mila ogni anno… non sono numeri trascurabili».


• B.G.

Nemmeno pochi giorni fa lo Ius Soli faceva il suo ingresso nell’aula del Senato, quasi a sorpresa, scatenando il gruppo della Lega Nord. L’ennesimo capitolo di un rapporto tra il presidente Pietro Grasso e il partito del Carroccio che non è mai decollato e mai lo farà. Un dito steccato (del senatore Gian Marco Centinaio), un ricorso all’infermeria di Palazzo Madama (da parte del ministro Valeria Fedeli) e la minaccia da parte del Governo di ritornare sulla questione, forti di una richiesta di fiducia che avrebbe dovuto assicurare la vittoria. La risposta della Lega non si è fatta attendere con la presentazione di oltre 40mila emendamenti… che alla fine possono aver fatto la differenza visto che il Governo ha rinviato il tutto a settembre, senza entrare maggiormente nei dettagli in quella che potrebbe essere la futura calendarizzazione. «Merito dei nostri 40mila emendamenti – commenta un soddisfatto Gian Marco Centinaio –. Hanno bloccato il provvedimento in commissione, portando il Governo a rivalutare la decisione di porre la fiducia, anche perché nel frattempo le “opposizioni” sono numericamente aumentate, accogliendo anche i partiti autonomisti come la Südtiroler Volkspartei».

Confronto rinviato all’autunno? «A settembre le elezioni saranno più vicine e il Pd non vorrà più parlare di Ius Soli. L’altro giorno ho raccolto una confidenza di un senatore Dem: se il Governo dovesse riproporre la questione dello Ius Soli ponendo la fiducia, non andrà in Senato e manderà un certificato medico. E sono convinto che non sarebbe il solo a scegliere questa strada».

Per la Lega la legge attuale è perfetta e non va cambiata in alcun modo? «Deve essere modificata nella parte più burocratica. Adesso un ragazzo che raggiunge il diciottesimo anno ha la facoltà di scegliere tra la cittadinanza italiana e quella dei genitori. Ma ha una finestra troppo ristretta per scegliere e conosciamo tutti i tempi della nostra burocrazia. Invece di dire che deve operare la scelta entro il compimento del diciannovesimo anno, basterebbe dire che la scelta potrà essere fatta una volta raggiunta la maggiore età… e basta».

Nessuna concessione allo Ius Soli? «Nel 2016 hanno ottenuto la cittadinanza italiana in 170mila ed è stato il record europeo. La legge va bene così com’è. D’altra parte nessuno ha mai contestato che si debba attendere la maggiore età per votare e guidare la macchina: è quello il momento giusto per prendere una decisione così importante come la cittadinanza».

La Lega può già festeggiare? «L’ennesima vittoria. Si aggiunge a quella contro il referendum costituzionale e contro la liberalizzazione delle droghe leggere, di cui non si parlerà più. A settembre la priorità sarà la legge elettorale e dello Ius Soli non parlerà più nessuno. Ed è un bene perché la versione della legge uscita dalla consulta avrebbe comportato 870mila nuovi italiani subito e una media di 600mila ogni anno… non sono numeri trascurabili».

• B.G.

Il sodalizio artistico Lodola-Fra tra Borsalino e “Colonna Picta”

Installazione Borsalino

Le luci del maestro Marco Lodola da ora in avanti illumineranno le serate della vicina Alessandria. E’ stato, infatti, acceso per la prima volta al calar del sole, lunedì 17 luglio, il “Cappellaio Magico” nella rotonda di corso Teresio Borsalino grazie a una iniziativa promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Un omaggio voluto dalla città piemontese per ricordare la celebre fabbrica di cappelli che arrivò ad avere, prima della seconda guerra mondiale, anche 2500 dipendenti fabbricando 2 milioni di cappelli all’anno. «Una sorta di benvenuto luminoso e positivo con il tema della danza che mi appartiene – ha spiegato lo stesso Lodola –. C’è ovviamente un riferimento al cappellaio matto di Lewis Carrol: un giocoliere che vive in un mondo di tanti colori e che, indossando un borsalino riceve illuminazioni e fantasie, come se il cappello fosse una sorta di radar di positività».


Un’avventura, quella del celebre marchio di moda italiano, iniziata a metà Ottocento da Giuseppe Borsalino. La consacrazione arrivò con il cinema, con film come “La Stangata”: «Dopo quel film – racconta Lodola – Robert Redford per un anno fece ricerche e alla fine, insieme alla famiglia, venne ad Alessandria per visitare la fabbrica e acquistare cappelli».


Il rapporto tra l’artista pavese e Alessandria vivrà un nuovo importante momento in autunno quando una seconda opera verrà accesa sulla rotonda di via Marengo: riserbo assoluto sul soggetto realizzato da Lodola che dovrebbe comunque richiamare la battaglia vinta dalle truppe francesi napoleoniche sull’esercito austriaco il 14 giugno del 1800.


Un’estate davvero calda anche sul fronte artistico per il duo Lodola-Giovanna Fra. E la Cina è evidentemente nel destino di Giovanna Fra. Le sue opere, protagoniste al padiglione di San Marino della 57ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, partiranno presto per Pechino per un nuovo capitolo di uno scambio culturale Italia-Cina. A fine mese sarà infine presentata una scultura, “Colonna picta”, donata da Giovanna Fra al museo del parco di Portofino (centro internazionale di scultura all’aperto): «E’ la mia prima opera tridimensionale – spiega l’artista –. Una scultura luminosa con neon (e qui la contaminazione è evidente con l’attuale fase “lodoliana”, ndr) creata con miei texture fotografati su plexiglass. Un’immagine serena che sarà possibile vedere dal porto e dalla costa».


Sarà l’ultimo appuntamento prima delle vacanze? Assolutamente no, visto che anche durante agosto non mancheranno gli impegni artistici e c’è da pensare all’edizione 2017 dell’Autunno Pavese in castello.


• B.G.

Le luci del maestro Marco Lodola da ora in avanti illumineranno le serate della vicina Alessandria. E’ stato, infatti, acceso per la prima volta al calar del sole, lunedì 17 luglio, il “Cappellaio Magico” nella rotonda di corso Teresio Borsalino grazie a una iniziativa promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Un omaggio voluto dalla città piemontese per ricordare la celebre fabbrica di cappelli che arrivò ad avere, prima della seconda guerra mondiale, anche 2500 dipendenti fabbricando 2 milioni di cappelli all’anno. «Una sorta di benvenuto luminoso e positivo con il tema della danza che mi appartiene – ha spiegato lo stesso Lodola –. C’è ovviamente un riferimento al cappellaio matto di Lewis Carrol: un giocoliere che vive in un mondo di tanti colori e che, indossando un borsalino riceve illuminazioni e fantasie, come se il cappello fosse una sorta di radar di positività».

Un’avventura, quella del celebre marchio di moda italiano, iniziata a metà Ottocento da Giuseppe Borsalino. La consacrazione arrivò con il cinema, con film come “La Stangata”: «Dopo quel film – racconta Lodola – Robert Redford per un anno fece ricerche e alla fine, insieme alla famiglia, venne ad Alessandria per visitare la fabbrica e acquistare cappelli».

Il rapporto tra l’artista pavese e Alessandria vivrà un nuovo importante momento in autunno quando una seconda opera verrà accesa sulla rotonda di via Marengo: riserbo assoluto sul soggetto realizzato da Lodola che dovrebbe comunque richiamare la battaglia vinta dalle truppe francesi napoleoniche sull’esercito austriaco il 14 giugno del 1800.

Un’estate davvero calda anche sul fronte artistico per il duo Lodola-Giovanna Fra. E la Cina è evidentemente nel destino di Giovanna Fra. Le sue opere, protagoniste al padiglione di San Marino della 57ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, partiranno presto per Pechino per un nuovo capitolo di uno scambio culturale Italia-Cina. A fine mese sarà infine presentata una scultura, “Colonna picta”, donata da Giovanna Fra al museo del parco di Portofino (centro internazionale di scultura all’aperto): «E’ la mia prima opera tridimensionale – spiega l’artista –. Una scultura luminosa con neon (e qui la contaminazione è evidente con l’attuale fase “lodoliana”, ndr) creata con miei texture fotografati su plexiglass. Un’immagine serena che sarà possibile vedere dal porto e dalla costa».

Sarà l’ultimo appuntamento prima delle vacanze? Assolutamente no, visto che anche durante agosto non mancheranno gli impegni artistici e c’è da pensare all’edizione 2017 dell’Autunno Pavese in castello.

• B.G.

Autobus numero 3, si avvicina il 5 agosto

autobus cittadini

Il 5 agosto si avvicina e la strada si fa sempre più in salita per il comitato che sta raccogliendo le firme per “costringere” il primo cittadino a indire il referendum per riportare l’autobus numero 3 in corso Cavour. Al momento le firme sono poco più di 2400 e il tempo sta giocando decisamente contro il lavoro del comitato, anche perché l’obiettivo era di superare le 3mila firme anche con una certa abbondanza per mettersi al riparo da possibili sorprese (doppie firme, firme contestate…).


Ma il segretario comunale potrebbe nei prossimi giorni dare una buona notizia al comitato: i tre mesi previsti dal regolamento comunale dovrebbero cedere il passo ai sei mesi contemplati, invece, dallo statuto. I pronostici sembrano fare il gioco del comitato che, da qui a breve, potrebbe vedersi regalare tre mesi in più per completare il proprio lavoro. E, una volta iniziate le scuole o ripartiti a pieno regime i pendolari, sarà più semplice raccogliere il malcontento. Più semplice di quanto non lo sia ora, con mezza città in vacanza o prossima a partire per il mare. E, intanto, il consigliere comunale Rodolfo Faldini, da sempre riferimento del comitato, si è portato avanti anche con un certo ottimismo.


Al consiglio comunale di lunedì Faldini ha intenzione di chiedere alla giunta comunale, nell’ambito della discussione sulla variazione di bilancio, l’accantonamento di 130mila euro, quelli che secondo gli uffici comunali saranno necessari per coprire, anche sul fronte della sicurezza, le spese che il Comune dovrà affrontare per lo svolgimento del referendum.

Il 5 agosto si avvicina e la strada si fa sempre più in salita per il comitato che sta raccogliendo le firme per “costringere” il primo cittadino a indire il referendum per riportare l’autobus numero 3 in corso Cavour. Al momento le firme sono poco più di 2400 e il tempo sta giocando decisamente contro il lavoro del comitato, anche perché l’obiettivo era di superare le 3mila firme anche con una certa abbondanza per mettersi al riparo da possibili sorprese (doppie firme, firme contestate…).

Ma il segretario comunale potrebbe nei prossimi giorni dare una buona notizia al comitato: i tre mesi previsti dal regolamento comunale dovrebbero cedere il passo ai sei mesi contemplati, invece, dallo statuto. I pronostici sembrano fare il gioco del comitato che, da qui a breve, potrebbe vedersi regalare tre mesi in più per completare il proprio lavoro. E, una volta iniziate le scuole o ripartiti a pieno regime i pendolari, sarà più semplice raccogliere il malcontento. Più semplice di quanto non lo sia ora, con mezza città in vacanza o prossima a partire per il mare. E, intanto, il consigliere comunale Rodolfo Faldini, da sempre riferimento del comitato, si è portato avanti anche con un certo ottimismo.

Al consiglio comunale di lunedì Faldini ha intenzione di chiedere alla giunta comunale, nell’ambito della discussione sulla variazione di bilancio, l’accantonamento di 130mila euro, quelli che secondo gli uffici comunali saranno necessari per coprire, anche sul fronte della sicurezza, le spese che il Comune dovrà affrontare per lo svolgimento del referendum.

Variazione di bilancio
“Iniziative casuali senza un filo logico”

Con la recente variazione di bilancio la giunta guidata da Massimo Depaoli ha varato le misure “Sicurezza” in risposta all’ordine del giorno firmato dal consigliere Pd Davide Ottini. La maggioranza ritiene di aver data la giusta risposta alla città. L’opposizione non ne è convinta. «Hanno messo insieme una serie di iniziative in fretta e furia imponendo il marchio “sicurezza” anche a misure che erano già in programma – esordisce Nicola Niutta – Manca un progetto, un vero filo logico che unisca tutte le misure adottate. La conseguenza inevitabile è che verranno spesi circa 400mila euro in mille rivoli di ordinaria amministrazione senza che i cittadini di Pavia in futuro possano sentirsi anche solo un po’ più sicuri».


Ma entriamo nei particolari… «Hanno previsto una spesa di 90mila euro per la pubblica illuminazione – continua Niutta –. Verrebbe da pensare a nuovi punti luce nelle zone che si sono dimostrate più a rischio in città, invece si tratta solo di manutenzione di ciò che già esiste. Stesso discorso per la manutenzione degli impianti di videosorveglianza e dell’arredo urbano».


Nella variazione di bilancio ci sono anche 50mila euro per nuovi impianti di videosorveglianza… «Abbiamo chiesto quali luoghi fossero stati individuati per l’installazione: non lo sanno ancora, perché devono ancora aprire i tavoli per capire come usare questa risorse. Questo è un aspetto in cui dimostrano una discreta abilità: aprire tavoli, ne aprono di continuo. Avrebbero fatto meglio a fare una telefonata in questura per confrontarsi sul fabbisogno».


Altre misure hanno destato l’attenzione del consigliere Niutta: «Capisco che fosse necessario sistemare gli accessi interni del comando vigili, ma vorrei capire come questo investimento di 25mila euro possa influire sulla percezione di sicurezza in città. Hanno destinato risorse a progetti educativi. Quali? Devono ancora deciderlo».


Arrivano gli steward. La giunta Cattaneo aveva introdotto la vigilanza privata. Tra le prime mosse da sindaco, Depaoli l’ha eliminata dicendo che avrebbe aumentato le ore di sorveglianza della polizia locale. Peccato che poi gli agenti di polizia locale siano diminuiti».

Con la recente variazione di bilancio la giunta guidata da Massimo Depaoli ha varato le misure “Sicurezza” in risposta all’ordine del giorno firmato dal consigliere Pd Davide Ottini. La maggioranza ritiene di aver data la giusta risposta alla città. L’opposizione non ne è convinta. «Hanno messo insieme una serie di iniziative in fretta e furia imponendo il marchio “sicurezza” anche a misure che erano già in programma – esordisce Nicola Niutta – Manca un progetto, un vero filo logico che unisca tutte le misure adottate. La conseguenza inevitabile è che verranno spesi circa 400mila euro in mille rivoli di ordinaria amministrazione senza che i cittadini di Pavia in futuro possano sentirsi anche solo un po’ più sicuri».

Ma entriamo nei particolari… «Hanno previsto una spesa di 90mila euro per la pubblica illuminazione – continua Niutta –. Verrebbe da pensare a nuovi punti luce nelle zone che si sono dimostrate più a rischio in città, invece si tratta solo di manutenzione di ciò che già esiste. Stesso discorso per la manutenzione degli impianti di videosorveglianza e dell’arredo urbano».

Nella variazione di bilancio ci sono anche 50mila euro per nuovi impianti di videosorveglianza… «Abbiamo chiesto quali luoghi fossero stati individuati per l’installazione: non lo sanno ancora, perché devono ancora aprire i tavoli per capire come usare questa risorse. Questo è un aspetto in cui dimostrano una discreta abilità: aprire tavoli, ne aprono di continuo. Avrebbero fatto meglio a fare una telefonata in questura per confrontarsi sul fabbisogno».

Altre misure hanno destato l’attenzione del consigliere Niutta: «Capisco che fosse necessario sistemare gli accessi interni del comando vigili, ma vorrei capire come questo investimento di 25mila euro possa influire sulla percezione di sicurezza in città. Hanno destinato risorse a progetti educativi. Quali? Devono ancora deciderlo».

Arrivano gli steward. La giunta Cattaneo aveva introdotto la vigilanza privata. Tra le prime mosse da sindaco, Depaoli l’ha eliminata dicendo che avrebbe aumentato le ore di sorveglianza della polizia locale. Peccato che poi gli agenti di polizia locale siano diminuiti».

Un anno da consigliere regionale
«Poco tempo, tanto lavoro»

consigliere regionale

Da poco più di un anno Vittorio Pesato è tornato a sedersi tra i banchi del consiglio regionale in seguito alle dimissioni presentate da Ma­rio Melazzini (entrambi nella lista “Il Popolo della Libertà” alle elezioni regionali del 2013) nominato direttore generale dell’Agen­zia per il farmaco. A marzo si tornerà a votare… «Per il po­­co tempo che ho avuto a disposizione, posso ritenermi più che soddisfatto dei risultati raggiunti. Una nuo­va avventura in consiglio re­gionale che è partita da una delusione iniziale: sono ri­masto stupito dal lavoro di chi mi ha preceduto e che, per tre anni e mezzo, non ha ritenuto utile tutelare il territorio che lo aveva eletto».


Dodici mesi positivi? «Al secondo giorno da consigliere regionale ho affrontato la questione “pirolisi”, riuscendo a stoppare qualsiasi decisione in merito. Poi ho lavorato insieme all’assessore Mauro Parolini per riottenere aiuti per quelle “aree di crisi non complesse” che in provincia di Pavia erano state stralciate dal governo centrale. Uti­liz­zando un “ambientalismo di buon senso” sono riuscito a intervenire in alcune decisioni che avrebbero danneggiato il nostro territorio, anche sul fronte turistico. Grazie al mio intervento la regione ha deciso di rifinanziare quelle aziende che era­no state colpite dalle gelate in Oltrepò. E mi sono impegnato con l’assessore Valen­tina Aprea per trovare soluzioni a un mercato del lavoro che tarda a dare le risposte di cui soprattutto i giovani hanno bisogno».


Senza dimenticare il Pon­te della Becca… «Sono stato il primo firmatario di un ordine del giorno che ha por­tato allo stanziamento di 800mila euro da parte della Regione per dare il via al progetto di quello che sarà il nuovo ponte an­dando a so­sti­tuire quello “centenario” che ormai ha fin troppo di­mostrato la propria inadeguatezza».

Capitolo sanità. «In questi mesi mi sono impegnato in una battaglia di principio per il San Matteo. A breve ci saranno le nuove nomine da parte della giunta regionale e queste dovranno rappresentare il territorio più di quanto non sia avvenuto nel recente passato. Dovranno riflettere soprattutto scelte strategiche condivise. I dati degli ultimi anni riportano un forte calo di presenze da parte dei pazienti extraregionali… segno che qualcosa non sta andando nel verso giusto».


Centrodestra protagonista in regione, ma costretto a rincorrere in provincia e nel capoluogo. «Purtroppo la presidenza Poma in piazza Italia si sta segnalando so­prat­tutto per la continua tendenza a scaricare su altri i vari problemi e le responsabilità. Questa ammini­stra­zio­ne non mi sembra una grande alleata del territorio e la situazione delle strade provinciali è lì a dimostrarlo. Sa­rebbe anche arrivato il mo­men­to perché, in Co­mune a Pavia, si spingesse per far sedere Vittorio Poma tra i banchi della maggioranza. Vada a sostenere in modo più palese il sindaco Depaoli che sta fallendo a 360 gradi. A parte i problemi “interni” che ovviamente ri­guardano il centrosinistra, in oltre tre anni e mezzo di am­mini­strazione non ha dato risposte convincenti in nessun campo. Que­sta am­mi­nistra­zione ha finito il proprio percorso».


Manca oltre un anno e mezzo alle prossime elezioni comunali… «Ma dobbiamo trovare subito il giusto candidato sindaco, che sappia af­frontare le criticità, non sia arrogante con le esigenze dei commercianti e dei cittadini… Il centrodestra in questi mesi ha recuperato voti e consensi, ma siamo ancora frammentati. Ora va data voce al territorio nella scelta dei candidati e nelle linee politiche. Alle prossime elezioni è ne­ces­sario costruire un “dato pavese” occupando tutti i posti con candidati del territorio. Per riuscirci dobbiamo re­stare uniti, evitare fughe individuali o veti incrociati».

Da poco più di un anno Vittorio Pesato è tornato a sedersi tra i banchi del consiglio regionale in seguito alle dimissioni presentate da Ma­rio Melazzini (entrambi nella lista “Il Popolo della Libertà” alle elezioni regionali del 2013) nominato direttore generale dell’Agen­zia per il farmaco. A marzo si tornerà a votare… «Per il po­­co tempo che ho avuto a disposizione, posso ritenermi più che soddisfatto dei risultati raggiunti. Una nuo­va avventura in consiglio re­gionale che è partita da una delusione iniziale: sono ri­masto stupito dal lavoro di chi mi ha preceduto e che, per tre anni e mezzo, non ha ritenuto utile tutelare il territorio che lo aveva eletto».

Dodici mesi positivi? «Al secondo giorno da consigliere regionale ho affrontato la questione “pirolisi”, riuscendo a stoppare qualsiasi decisione in merito. Poi ho lavorato insieme all’assessore Mauro Parolini per riottenere aiuti per quelle “aree di crisi non complesse” che in provincia di Pavia erano state stralciate dal governo centrale. Uti­liz­zando un “ambientalismo di buon senso” sono riuscito a intervenire in alcune decisioni che avrebbero danneggiato il nostro territorio, anche sul fronte turistico. Grazie al mio intervento la regione ha deciso di rifinanziare quelle aziende che era­no state colpite dalle gelate in Oltrepò. E mi sono impegnato con l’assessore Valen­tina Aprea per trovare soluzioni a un mercato del lavoro che tarda a dare le risposte di cui soprattutto i giovani hanno bisogno».

Senza dimenticare il Pon­te della Becca… «Sono stato il primo firmatario di un ordine del giorno che ha por­tato allo stanziamento di 800mila euro da parte della Regione per dare il via al progetto di quello che sarà il nuovo ponte an­dando a so­sti­tuire quello “centenario” che ormai ha fin troppo di­mostrato la propria inadeguatezza».
Capitolo sanità. «In questi mesi mi sono impegnato in una battaglia di principio per il San Matteo. A breve ci saranno le nuove nomine da parte della giunta regionale e queste dovranno rappresentare il territorio più di quanto non sia avvenuto nel recente passato. Dovranno riflettere soprattutto scelte strategiche condivise. I dati degli ultimi anni riportano un forte calo di presenze da parte dei pazienti extraregionali… segno che qualcosa non sta andando nel verso giusto».

Centrodestra protagonista in regione, ma costretto a rincorrere in provincia e nel capoluogo. «Purtroppo la presidenza Poma in piazza Italia si sta segnalando so­prat­tutto per la continua tendenza a scaricare su altri i vari problemi e le responsabilità. Questa ammini­stra­zio­ne non mi sembra una grande alleata del territorio e la situazione delle strade provinciali è lì a dimostrarlo. Sa­rebbe anche arrivato il mo­men­to perché, in Co­mune a Pavia, si spingesse per far sedere Vittorio Poma tra i banchi della maggioranza. Vada a sostenere in modo più palese il sindaco Depaoli che sta fallendo a 360 gradi. A parte i problemi “interni” che ovviamente ri­guardano il centrosinistra, in oltre tre anni e mezzo di am­mini­strazione non ha dato risposte convincenti in nessun campo. Que­sta am­mi­nistra­zione ha finito il proprio percorso».

Manca oltre un anno e mezzo alle prossime elezioni comunali… «Ma dobbiamo trovare subito il giusto candidato sindaco, che sappia af­frontare le criticità, non sia arrogante con le esigenze dei commercianti e dei cittadini… Il centrodestra in questi mesi ha recuperato voti e consensi, ma siamo ancora frammentati. Ora va data voce al territorio nella scelta dei candidati e nelle linee politiche. Alle prossime elezioni è ne­ces­sario costruire un “dato pavese” occupando tutti i posti con candidati del territorio. Per riuscirci dobbiamo re­stare uniti, evitare fughe individuali o veti incrociati».

Campo Coni lasciato al buio per esigenze di cantiere

struttura sportiva

Continua a non trovare pace lo storico Campo Coni di via Treves. Appena il tempo di gioire per lavori, attesi da anni, che sono finalmente prossimi a prendere il via… che proprio quei lavori finiscono per portare in dote nuovi inaspettati inconvenienti.


A onor del vero, un po’ è anche colpa dell’ora legale che se ne è andata a fine ottobre la­sciando via Treves al buio troppo presto… visto che non si possono più accendere le luci. E non perché le lampadine si siano tutte improvvisamente fulminate, ma perché, nell’allestire il can­tiere - per i lavori che han­no preso il via nei giorni scorsi -, il quadro elettrico per accendere e spegnere l’il­luminazione è rimasto chiuso all’interno. Sem­bre­rebbe un problema di facile soluzione… Forse altrove, ma non a Pavia visto che in via Treves, lato pista di atletica, regna ancora il buio.


«Ho sollecitato più volte una soluzione che non mi sembra tutto sommato difficile da trovare – conferma Fran­co Corona, presidente del­l’Atletica Cento Torri che ha la gestione della struttura – ma attendo ancora una ri­sposta dai Lavori Pubblici. Serve solo prendere una decisione: si autorizza qualcuno a entrare e uscire giusto il tempo di accendere e spegnere le luci, si provvede a spostare gli interruttori al di fuori del cantiere, si prevede una temporizzazione dell’accensione automatica e in linea con la stagione. Sempre che non sia possibile rivedere il modo in cui il cantiere è stato allestito».


E così con l’arrivo dei pri­mi freddi, in via Treves si è potuta anche vivere un’atmosfera quasi romantica con l’impiego di torce e telefonini per regalare un po’ di luce ad atleti e tecnici. Lavori, come si diceva, che erano attesi da anni, soprattutto da quando l’inadeguatezza dell’impianto ha reso impossibile ospitare eventi agonistici con spettatori, accettati solo in numero contenuto e, comunque, ben lontani dalle tribune dichiarate inagibili salvo la presenza onerosa di una squadra di vigili del fuoco. Un altro inconveniente causato dai lavori è legato agli spogliatoi che sono al momento chiusi in attesa di ristrutturazione. I frequentatori del Coni devono quindi appoggiarsi a quelli del Pala­Ravizza dall’altra parte della strada… a meno che non sia in corso un altro evento. Surplus di lavoro per spogliatoi che avrebbero bisogno di pulizie supplementari per poter reggere l’urto.


Tanti sacrifici che tutti sopporteranno comunque con il sorriso se permetteranno, magari già nella prossima primavera, di poter contare su una struttura adeguata per un’atletica leggera che ha sempre dato grandi soddisfazioni a Pavia, sul fronte agonistico e, nell’ultimo decennio, anche su quello organizzativo. Ma, l’esperienza insegna che le sorprese sono sempre dietro l’angolo… soprattutto quando a Pavia si parla di im­pianti sportivi.

Continua a non trovare pace lo storico Campo Coni di via Treves. Appena il tempo di gioire per lavori, attesi da anni, che sono finalmente prossimi a prendere il via… che proprio quei lavori finiscono per portare in dote nuovi inaspettati inconvenienti.

A onor del vero, un po’ è anche colpa dell’ora legale che se ne è andata a fine ottobre la­sciando via Treves al buio troppo presto… visto che non si possono più accendere le luci. E non perché le lampadine si siano tutte improvvisamente fulminate, ma perché, nell’allestire il can­tiere - per i lavori che han­no preso il via nei giorni scorsi -, il quadro elettrico per accendere e spegnere l’il­luminazione è rimasto chiuso all’interno. Sem­bre­rebbe un problema di facile soluzione… Forse altrove, ma non a Pavia visto che in via Treves, lato pista di atletica, regna ancora il buio.

«Ho sollecitato più volte una soluzione che non mi sembra tutto sommato difficile da trovare – conferma Fran­co Corona, presidente del­l’Atletica Cento Torri che ha la gestione della struttura – ma attendo ancora una ri­sposta dai Lavori Pubblici. Serve solo prendere una decisione: si autorizza qualcuno a entrare e uscire giusto il tempo di accendere e spegnere le luci, si provvede a spostare gli interruttori al di fuori del cantiere, si prevede una temporizzazione dell’accensione automatica e in linea con la stagione. Sempre che non sia possibile rivedere il modo in cui il cantiere è stato allestito».

E così con l’arrivo dei pri­mi freddi, in via Treves si è potuta anche vivere un’atmosfera quasi romantica con l’impiego di torce e telefonini per regalare un po’ di luce ad atleti e tecnici. Lavori, come si diceva, che erano attesi da anni, soprattutto da quando l’inadeguatezza dell’impianto ha reso impossibile ospitare eventi agonistici con spettatori, accettati solo in numero contenuto e, comunque, ben lontani dalle tribune dichiarate inagibili salvo la presenza onerosa di una squadra di vigili del fuoco. Un altro inconveniente causato dai lavori è legato agli spogliatoi che sono al momento chiusi in attesa di ristrutturazione. I frequentatori del Coni devono quindi appoggiarsi a quelli del Pala­Ravizza dall’altra parte della strada… a meno che non sia in corso un altro evento. Surplus di lavoro per spogliatoi che avrebbero bisogno di pulizie supplementari per poter reggere l’urto.

Tanti sacrifici che tutti sopporteranno comunque con il sorriso se permetteranno, magari già nella prossima primavera, di poter contare su una struttura adeguata per un’atletica leggera che ha sempre dato grandi soddisfazioni a Pavia, sul fronte agonistico e, nell’ultimo decennio, anche su quello organizzativo. Ma, l’esperienza insegna che le sorprese sono sempre dietro l’angolo… soprattutto quando a Pavia si parla di im­pianti sportivi.

Nomine Cda Apolf e Romagnosi

Faldini annuncia il ricorso al Tar

Un ricorso al Tar sarà pre­sto presentato contro le recenti nomine sottoscritte da Massimo Depaoli per i rappresentanti del Comune di Pavia nei consigli di am­ministrazione della Fon­dazione Romagnosi e Apolf. A presentarlo sarà il consigliere comunale Rodolfo Faldini (gruppo misto): «Ho sollevato il problema prima in commissione nomine e successivamente ho chiesto al sindaco di fare un passo indietro in autotutela durante l’ultimo consiglio comunale, una volta appreso che le nomine erano state effettuate. Depaoli ha ritenuto opportuno non ascoltare e an­dare avanti per la sua strada. Non mi resta che ricorrere al Tar per far valere le mie ragioni, che peraltro ritengo siano ragioni di buon senso».


In attesa di sviluppi, nel cda della Fondazione Ro­magnosi è stato confermato Paolo Graziano (candidatura presentata da Silvia Chie­­rico, di recente uscita dal gruppo consigliare Pd in difesa del sindaco), che ha avuto la meglio sui candidati proposti dai consiglieri Faldini, Lidia Decembrino (Pavia con Cattaneo) e Giu­seppe Arcuri (Forza Italia). Nel consiglio di amministrazione dell’Agenzia provinciale per l’Orientamento, il Lavoro e la Formazione si siederanno ancora Marco Dagradi (presentato dal consigliere Pd Giuseppe Palumbo) e Federica Rove­da (presentata dal consigliere Stefano Gorgoni della civica “Cittadini per De­pao­li sindaco”).


La ragione del contendere risiede nel mancato ri­spetto, da parte di due dei designati dal sindaco, di alcuni requisiti richiesti dal bando per la presentazione dei curriculum. «In commissione, io e la collega Lidia De­cembrino avevamo sottolineato alcuni profili di inamissibilità relativamente a due candidature che se­condo me erano viziate da forma e anche da sostanza – continua Faldini che per il cda della Fondazione Ro­ma­gnosi aveva presentato la candidatura di Paola Ma­ria Chiesa – Ma la maggioranza ha ritenuto di dover procedere. Ho appreso du­rante l’ultimo consiglio co­munale le effettive nomine e ho invitato il primo cittadino a sospenderle in au­totutela, come già aveva provveduto a fare in un’altra circostanza, sempre su mia segnalazione».


Requisiti mancanti, che secondo Massimo Depaoli non inficiano le relative domande e, quindi, la conseguente nomina visto che dal curriculum è comunque desumibile la sussistenza dei titoli necessari a ricoprire l’incarico, che peraltro i candidati già ricoprivano nel precedente consiglio di amministrazione. Titoli ri­scontrabili anche nel curriculum che è stato presentato in lingua inglese… «Tan­to il Tar del Lazio quanto la Corte Costituzionale si sono pronunciati contro la presentazione di questo tipo di documenti in lingua non italiana, visto che renderebbero di fatto difficile il ri­scontro dei profili di ammissibilità o eventualmente di incompatibilità. Tornando ai curriculum, avrebbero dovuto essere presentati in formato europeo… due candidati non l’hanno fatto».


Faldini dedica un passaggio anche all’utilità della commissione nomine… «E’ solo uno spreco di denaro pubblico. In seguito a mia precisa do­manda, il segretario generale ha sottolineato che le nomine vengono de­cise dal sindaco… tutte le discussioni in commissione sono tempo sprecato e, so­prattutto, soldi buttati via».

Un ricorso al Tar sarà pre­sto presentato contro le recenti nomine sottoscritte da Massimo Depaoli per i rappresentanti del Comune di Pavia nei consigli di am­ministrazione della Fon­dazione Romagnosi e Apolf. A presentarlo sarà il consigliere comunale Rodolfo Faldini (gruppo misto): «Ho sollevato il problema prima in commissione nomine e successivamente ho chiesto al sindaco di fare un passo indietro in autotutela durante l’ultimo consiglio comunale, una volta appreso che le nomine erano state effettuate. Depaoli ha ritenuto opportuno non ascoltare e an­dare avanti per la sua strada. Non mi resta che ricorrere al Tar per far valere le mie ragioni, che peraltro ritengo siano ragioni di buon senso».

In attesa di sviluppi, nel cda della Fondazione Ro­magnosi è stato confermato Paolo Graziano (candidatura presentata da Silvia Chie­­rico, di recente uscita dal gruppo consigliare Pd in difesa del sindaco), che ha avuto la meglio sui candidati proposti dai consiglieri Faldini, Lidia Decembrino (Pavia con Cattaneo) e Giu­seppe Arcuri (Forza Italia). Nel consiglio di amministrazione dell’Agenzia provinciale per l’Orientamento, il Lavoro e la Formazione si siederanno ancora Marco Dagradi (presentato dal consigliere Pd Giuseppe Palumbo) e Federica Rove­da (presentata dal consigliere Stefano Gorgoni della civica “Cittadini per De­pao­li sindaco”).

La ragione del contendere risiede nel mancato ri­spetto, da parte di due dei designati dal sindaco, di alcuni requisiti richiesti dal bando per la presentazione dei curriculum. «In commissione, io e la collega Lidia De­cembrino avevamo sottolineato alcuni profili di inamissibilità relativamente a due candidature che se­condo me erano viziate da forma e anche da sostanza – continua Faldini che per il cda della Fondazione Ro­ma­gnosi aveva presentato la candidatura di Paola Ma­ria Chiesa – Ma la maggioranza ha ritenuto di dover procedere. Ho appreso du­rante l’ultimo consiglio co­munale le effettive nomine e ho invitato il primo cittadino a sospenderle in au­totutela, come già aveva provveduto a fare in un’altra circostanza, sempre su mia segnalazione».

Requisiti mancanti, che secondo Massimo Depaoli non inficiano le relative domande e, quindi, la conseguente nomina visto che dal curriculum è comunque desumibile la sussistenza dei titoli necessari a ricoprire l’incarico, che peraltro i candidati già ricoprivano nel precedente consiglio di amministrazione. Titoli ri­scontrabili anche nel curriculum che è stato presentato in lingua inglese… «Tan­to il Tar del Lazio quanto la Corte Costituzionale si sono pronunciati contro la presentazione di questo tipo di documenti in lingua non italiana, visto che renderebbero di fatto difficile il ri­scontro dei profili di ammissibilità o eventualmente di incompatibilità. Tornando ai curriculum, avrebbero dovuto essere presentati in formato europeo… due candidati non l’hanno fatto».

Faldini dedica un passaggio anche all’utilità della commissione nomine… «E’ solo uno spreco di denaro pubblico. In seguito a mia precisa do­manda, il segretario generale ha sottolineato che le nomine vengono de­cise dal sindaco… tutte le discussioni in commissione sono tempo sprecato e, so­prattutto, soldi buttati via».
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